martedì, Dicembre 24 2024

L’uomo da sempre racconta storie “non soltanto per intrattenersi, ma per comprendere se stesso”. E’ la premessa con cui Norberto Gonzalez Gaitano, professore ordinario di Opinione Pubblica presso la Pontificia Università della Santa Croce, introduce il volume Love Friendship and Storytelling. Ogni narrazione contribuisce a quel processo di comprensione del mondo, di ricerca di modelli e di punti di riferimento per giudicare la realtà, che parte già nell’infanzia e diventa poi determinante negli anni dell’adolescenza. Il libro di Norberto Gonzalez Gaitano, Gema Bellido e Cecilia Galatolo, pubblicato da Edusc, è il risultato di un progetto di ricerca della Pontificia Università della Santa Croce che ha coinvolto diversi focus group di giovani (di età compresa tra i 18 e i 35 anni), chiamati ad analizzare in profondità opere letterarie, film e serie tv. Le opere esaminate sono: il romanzo Harry Potter e la pietra filosofale, i film Le cronache di Narnia e Titanic,  le serie tv Tredici, e The Big Bang Theory.

Nel suo saggio introduttivo Norberto Gonzalez Gaitano ben delinea l’importanza di confrontarsi con le storie, che, per il filosofo Alasdair McIntyre, sono il modo in cui noi stessi concepiamo la nostra vita. Percepiamo la nostra esistenza come una narrazione e dunque la forma del racconto è anche il modo in cui possiamo capire meglio e interpretare le azioni altrui. Il lavoro di ricerca della PUSC era partito con un confronto sui classici, confluito nella pubblicazione: “Educating Young People through the Classics: Love, Friendship and Storytelling e vede in questa seconda tappa il suo naturale proseguimento. Nessuna storia è mai neutrale, ci ricorda Norberto Gonzalez Gaitano, ma ogni racconto educa: attraverso la verosimiglianza dei personaggi e delle loro azioni si ottiene quella “volontaria sospensione dell’incredulità” che porta a immergersi completamente nel mondo della finzione. I greci erano ben consci del ruolo educativo del teatro, come lo sono oggi i produttori di film e fiction per il grande pubblico. Se è vero che ascoltare una buona storia non ci rende automaticamente migliori, conclude l’autore, è però innegabile che possa ispirarci e spingerci a compiere buone azioni.

Molto problematica, riguardo all’impatto sui giovani spettatori, è la prima serie tv analizzata, nel saggio di Gema Bellido: Tredici, prodotta da Netflix e uscita nel 2017. Incentrata sul suicidio di una ragazza di 17 anni, Tredici, ha incontrato enorme successo, ma suscitato altrettante polemiche soprattutto per la modalità con cui era trattato il delicato tema. Nel 2019, dopo l’uscita di una ricerca che metteva in relazione la messa online della serie con un aumento del 15% dei suicidi nella fascia d’età 10-19 anni negli Stati Uniti, Netflix aveva deciso di eliminare la cruda scena del suicidio della protagonista, ma intanto Tredici era proseguita per altre tre stagioni. All’interno del focus group, che si è tenuto nel settembre 2021 – vedi qui il video riassuntivo di queste giornate – la discussione ha affrontato soprattutto la tematica dell’accettazione da parte del gruppo, il ruolo della scuola e le difficoltà di comunicazione, con una particolare attenzione ai problemi legati al bullismo. La rappresentazione offerta dalla serie è stata in alcuni aspetti considerata realistica, soprattutto riguardo alle dinamiche delle relazioni tra pari e al ruolo degli adulti, che è piuttosto irrilevante, quando non negativo, e comunque non ha alcun impatto rilevante sulle vicende dei protagonisti. Secondo i ragazzi intervistati – ed è un punto su cui sarà necessario un approfondimento, per i suoi risvolti educativi – tale ruolo è molto simile a quanto si può riscontrare nelle normali relazioni genitori- figli.

Bellido prende in esame anche la serie comica The Big Bang Theory, evidenziando l’influsso delle narrazioni mediali sulla percezione dei ruoli di genere, professionali, sulla violenza di genere e sul modo di considerare le minoranze etniche.

Focalizzato su romanzo e film è invece il saggio di Cecilia Galatolo che analizza il libro di J.K. Rowling Harry Potter e la pietra filosofale e le pellicole Titanic  e Le cronache di Narnia. Molto interessanti le considerazioni sul cambiamento nella percezione delle relazioni sentimentali. L’autrice sottolinea come Titanic possa essere considerato l’ultimo film in cui prevale una concezione “romantica” dell’amore, dove la relazione di coppia ha la meglio sull’individualismo. Non così in altri film successivi, come La la Land  e Io prima di te, dove alla fine prevalgono le logiche individualistiche e nulla può il legame amoroso nell’influenzare le scelte dei protagonisti. Duplice lo scopo dell’analisi sul romanzo e sui film, come spiega l’autrice nell’introduzione al suo saggio. Il primo è comprendere, attraverso il focus group e i questionari, se i giovani interpellati sono in grado di cogliere i messaggi comunicati dalle storie che leggono o guardano e se individuano i valori che vengono veicolati all’interno di tali racconti. Un secondo scopo è quello di capire come strutturare un’eventuale attività rivolta ai ragazzi e basata su un libro, film o serie tv. Con un’attenzione particolare all’impatto che tali storie possono avere sui giudizi e sui comportamenti. Un lavoro quanto mai necessario e dagli sviluppi promettenti.

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