giovedì, Dicembre 12 2024

Oggi vorremmo offrire dei consigli per parlare di matrimonio sui Social e nel dibattito pubblico in generale. Senza suonare disfattisti, va detto che il matrimonio oggi è in pericolo, sia perché dilaga l’individualismo (“io devo pensare per me, il noi viene dopo”), sia perché non è sempre chiaro cosa sia ontologicamente questa istituzione. Cosa è famiglia? Cos’è amore sponsale e cosa non lo è? E poi, l’amore dura per sempre o è solo una bella favola?

La definitività che fa paura

Pensare ad un progetto di vita che duri “per sempre” senza interruzione, nell’era della libertà incondizionata, del fugace e del provvisorio spesso fa paura, se non suona perfino come una vera e propria tortura da evitare. I giovani sono sempre più confusi: da un lato continuano a sognare un amore stabile e senza compromessi, dall’altro pare che questo desiderio sia troppo alto, irrealizzabile o perfino sbagliato: “Devi volerti bene, questo è l’unico amore su cui contare”. Dunque, in che modo oggi si può parlare del matrimonio come di quella comunità tra un uomo e una donna stabile, feconda, che punta all’eternità?


L’amore per sempre esiste: mostriamolo con delle immagini reali

Esistono storie che ci dimostrano come si può essere felici scegliendo liberamente di donarsi a qualcuno senza “se” e senza “ma”. Un modo per parlare di questo ai giovani è mostrare dei video, magari brevi ed incisivi, nei luoghi che essi sono soliti frequentare, ovvero i Social. I giovani parlano molto per immagini, è un modo di comunicare loro congeniale.
Nel web girano video che ritraggono il matrimonio in modo veramente pessimistico (video su mariti o mogli che tradiscono, fidanzati che si lasciano o si vendicano all’altare…). Perché non proponiamo qualcosa di diverso? Un esempio può essere questo:
Coppia di anziani si incontra dopo mesi di solitudine: il bacio tra
marito e moglie è commovente.

Testimoniamo, senza fare prediche

Uno dei modi più fallimentari per proporre un messaggio è porsi in un atteggiamento di superiorità. Occorre umiltà per essere ascoltati. Questa regola non scritta della comunicazione vale anche sui social. E vale anche quando parliamo di matrimonio nel dibattito pubblico. Più che moraleggiare e dare dei dissoluti a tutti quelli che non hanno compreso il valore dell’amore sponsale, cerchiamo di parlare con pacatezza, di offrire testimonianze, mostrando sempre di comprendere, tuttavia, i motivi che possono spingere l’altro ad avere sfiducia nel matrimonio.

Capire le ferite degli altri

Non molto tempo fa mi è capitato di dialogare con una donna sposata e madre di famiglia, che ammetteva di non credere molto nell’amore per sempre. Riconosco che la tentazione che ho avuto è stata quella di partire subito in quarta con i motivi per cui si sbagliava. Per una volta, però, ho avuto la saggia idea di non farlo e di mettermi prima ad ascoltare. Così, questa donna mi ha raccontato che sia lei che il marito avevano i genitori divorziati. Lei desiderava far durare il suo rapporto, ma aveva paura di non riuscirci (se non ci erano riusciti i suoi punti di riferimento, perché non poteva succedere anche a lei di fallire?).
Da come parlava sembrava quasi cercare conferme che era possibile, che l’amore può durare, se ci si impegna ogni giorno.

Una conversazione iniziata con scetticismo, da parte sua, è finita con un racconto che mi ha quasi commossa: “Sai, è mio figlio che mi ricorda l’importanza del matrimonio. Una volta ha litigato con un compagno di scuola e mi ha detto che non ci avrebbe più parlato. Gli ho fatto presente che litigare è normale, ma che non per questo i rapporti si devono chiudere. «Anche mamma e papà litigano», gli ho detto. E lui mi ha risposto: «ma è diverso, voi ormai siete sposati». Mi ha fatto riflettere, sai? I bambini intuiscono che il matrimonio è un vincolo sacro…”

Non so se quella donna ha avuto più fiducia nel matrimonio, dopo la nostra conversazione, ma di sicuro ha avuto piacere di parlarne e di rifletterci, molto di più che se avessi detto subito punto per punto dove sbagliava. L’ascolto è davvero il primo passo per una comunicazione efficace.

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