giovedì, Dicembre 12 2024

Una domanda diretta per iniziare: se vi chiedessi il numero di adolescenti che regolarmente visualizza contenuti pornografici, che percentuale mi dareste? Provate a indovinare, ma vi anticipo subito che non è una risposta così scontata.

Io stesso, da qualche anno, sono alla ricerca di dati reali e certi. Dal 2007 conduco infatti studi empirici sugli stili di vita degli adolescenti e dei giovani in generale. Ho intervistato negli anni più di 25.000 ragazzi, provenienti da tutti i continenti. E continuo a farlo, con l’intento di trasmettere al mondo la voce di tanti giovani che mi hanno raccontato le loro storie, anche nelle università dove insegno. E di solito faccio anche ai miei studenti la domanda su quale sia il reale consumo di pornografia tra i giovani. La loro risposta è sempre una stima intorno all’80%. Ma quanto si avvicina questo dato alla realtà? Cosa ci dicono realmente gli studi di settore?

Nel 2016 è stato pubblicato uno studio internazionale sul consumo di pornografia (Peter e Valkenburg, 2016). Questo studio dimostra innanzitutto che la prevalenza del fenomeno varia notevolmente da paese a paese. Inoltre sostiene che solo il 59% delle ricerche utilizza campioni casuali e non specifici. La maggior parte della ricerca infine è prodotta nei paesi occidentali, come negli Stati Uniti, dove ci sono alcune aziende che addirittura finanziano questo tipo di indagine.

Ma che cosa mostrano le statistiche? Ci sono solo due paesicon più del 80% di consumo tra gli adolescenti: gliStati Uniti e la Svezia. E l’Italia? Secondo uno studio del 2006, la percentuale era del 36%, quindi molto più bassa di quanto ci si possa aspettare.

Un recente studio (Stanley e altri., 2016) condotto in cinque paesi europei ha confermato un dato molto interessante: gli adolescenti che consumano regolarmente pornografia variano tra il 19% e il 30%, con una fruizione maggiore nei ragazzi (ad esempio in Italia, il 44% dei maschi contro il 5% delle femmine). Quindi come potete vedere, siamo molto al di sotto dell’80% ipotizzato dai miei studenti.

Il consumo della pornografia sta crescendo continuamente ed è un grave problema per lo sviluppo sano dei giovani (Eberstadt, Layden, & Witherspoon Institute, 2010). Ma per fortuna non è un questione che colpisce la maggior parte degli adolescenti, e non raggiunge picchi statistici così alti come si possa pensare.

Il punto, a mio avviso, è proprio questo. Generare un “allarme sociale” basato solo su dati presunti, ma non verificati scientificamente, aumenta solo l’ ignoranza collettiva, ed è utile forse solamente ad alcune società per vendere i loro “programmi di prevenzione”. Non dobbiamo pensare a milioni di ragazzi schiavi del vizio e della dipendenza pornografica. Quello che in realtà accade nella vita normale di tutti i giorni, è che gli utenti commettono semplicemente degli errori quando navigano su Internet, sottovalutando ingenuamente certi rischi e cattive abitudini. Chi naviga è portato infatti a pensare che questo tipo di consumo non sia poi così grave o dannoso, poiché la maggioranza delle persone lo fa.

Ma quali sono le cause del consumo di pornografia? Nel 2016 ho pubblicato, insieme ad alcuni colleghi in Colombia e in Spagna, uno studio sul tema (Rivera, Santos & García, 2016). Nell’articolo abbiamo evidenziato che il fenomeno era notevolmente aumentato negli ultimi anni. Ad esempio, raggiunge il 39% degli adolescenti colombiani. Tuttavia sulla base di prove empiriche di un campione rappresentativo di più di 9.000 adolescenti, abbiamo mostrato che gli stili di vita relazionali ci permettono di spiegare in buona parte il consumo della pornografia. Gli stilifamigliari positivi, quelli cioè legati a forti dinamiche sociali all’interno di una famiglia (mangiare insieme, prendere decisioni in comune, discutere e scambiare opinioni in famiglia..) sono associati di solito a una riduzione del consumo. Il contrario avviene con gli stili famigliari negativi (scarsa interazione famigliare, basso livello di dialogo…).

Il consumo di pornografia è quindi una conseguenza della povertà delle nostre relazioni sociali, in particolar modo all’interno della propria famiglia.

L’emarginazione sociale è terreno fertile per vizi, cattive abitudini e stili di vita poco sani ed equilibrati. La familiarità, la convivialità tra le mura domestiche deve essere alimentata di continuo. E’ un’arma di difesa fondamentale contro le cattive abitudini. Per usare una metafora, è come se all’interno di una famiglia, invece di alimentarsi con una dieta sana, si andasse avanti con una alimentazione basata solo su grassi e zuccheri. Chi sa amare il bello e il buono, non si fa ingannare dalla brutalità della violenza pornografica, ma ricerca il piacere e il calore di un sorriso o di abbraccio vero.

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