giovedì, Dicembre 12 2024

“Un eroe è un uomo semplice. Più che essere forte e potente, è colui che compie uno straordinario e generoso atto di coraggio che comporti o possa comportare il sacrificio consapevole di sé allo scopo di proteggere il bene altrui o il bene comune.”

Oscar Di Montigny

La mattinata è umida e rovente, di quelle che fanno sperare che si faccia subito sera. L’autobus, dopo aver attraversato lento e pigro tutto il centro della città, mi lascia proprio davanti all’albergo dove ho il mio appuntamento. Attraverso l’enorme hall, piena di specchi dorati e divani rossi. In fondo alla sala, tra la penombra di grandi vasi orientali, mi aspetta Oscar Di Montigny, manager internazionale di successo ma al tempo stesso anche ispiratore e divulgatore dei principi di una Economia 0.0, una nuova suggestione per una economia sostenibile, dove coniugare business con filosofia, finanza con arte e scienza. Ho in mano Il tempo dei nuovi eroi, il suo ultimo libro. Mentre mi dà il benvenuto, mi chiedo perchè mai un uomo di alta finanza spenda il suo tempo a promuovere e diffondere idee e concetti a forte valenza sociale, tipici più di un libero pensatore che di un manager. Cosa spinge a parlare di Bene comune, valori ed eroi, chi è abituato quotidianamente al freddo rational dei numeri? E’ proprio questa curiosità e voglia di andare oltre i soliti pregiudizi sugli uomini di finanza, che mi spinge a intervistarlo. E alla fine, sono sincero, lascio la hall dagli specchi dorati e dai divani rossi, felice di aver conosciuto un uomo che ama pensare e andare oltre le convenzioni e i compromessi che la società ci impone.

Oscar, in un’epoca sempre più dominata dalla tecnologia e dalla globalizzazione, c’è ancora spazio per gli eroi? Chi sono gli eroi dei nostri tempi e della nostra società?

Gli eroi dei nostri tempi sono tutti coloro che si sacrificano ogni giorno per fare qualcosa di buono e di utile per la comunità e per il prossimo, senza chiedere nulla in cambio. C’è fame di nuovi eroi, di persone che mettano l’amore e la gratitudine al primo posto, oltre ogni egoismo e interesse individuale. Ma attenzione. Non bisogna pensare che questo sia un impegno possibile solo per dei santi. Chiunque può essere un nuovo eroe. E tutti noi possiamo avere la fortuna di incontrare nel nostro quotidiano dei nuovi eroi. L’eroismo non è un qualcosa di astratto o ideale che sta al di sopra delle nostre forze, ma al contrario è un seme piantato in ciascuno di noi, reale, vero, pronto sempre a germogliare. Basta solo inaffiarlo quotidianemente con amore e convinzione, per trasformare il seme in una pianta rigogliosa che sappia donare frutti buoni e dolci per l’umanità.

Dobbiamo imparare a lasciarci guidare con fiducia dai valori famigliari per contribuire tutti al bene dell’insieme di cui facciamo parte. Solo in questo modo vivremo in eterno, in quella parte di noi che avremo donato agli altri.

C’è una affermazione del libro che mi ha particolarmente colpito “La vera rivoluzione oggi non sta più nel cambiamento, ma nella velocità di questo cambiamento”. In questa continua corsa non rischiamo però di perdere di vista i valori veri e le nostre radici? E magari anche di prendere la direzione sbagliata..

Ho avuto la fortuna di conoscere qualche anno fa Tara Gandhi, nipote di Mahatma Gandhi. Tara mi ha raccontato che suo nonno le diceva sempre: “Non è la velocità che fa la differenza, ma è l’orientamento”. E l’orientamento non lo danno i vecchi sistemi sociali, le strutture politiche o economiche, le ideologie o le grandi corporation. Chi può darlo, dunque? Noi, solo noi. Tutte le persone di buona volontà che vogliono lasciare una traccia di bene in questo mondo. E’ l’uomo normale, con il suo quotidiano impegno per la collettività a essere la nuova guida dei nostri tempi. Questa è la vera grande rivoluzione di oggi. Non è più il tempo di semidei come nella Grecia classica, dei profeti carismatici del Medievo o di straodinari capi popolo come nel Novecento. E’ la persona normale il nuovo eroe che traccia la via.

Quanto è importante per un’azienda di oggi, creare cultura e condividere valori oltre che vendere prodotti?

E’ fondamentale. Per un’azienda al giorno d’oggi puntare solamente sulla vendita di un prodotto e servizio sarebbe fallimentare. I tempi sono cambiati e le imprese devono imparare a creare e a diffondere una cultura di valori per andare oltre lo stretto recinto dei propri interessi commerciali. L’obiettivo è dare il proprio contributo per un’economia sostenibile – quella che io chiamo Economia 0.0. – dove filosofia, arte e scienza si incontrano e si armonizzano con il business per offrire non più solo un prodotto ma un bene alla collettività. Posso dare un esempio. Ho ideato e lanciato ormai già da qualche tempo centodieci, una piattaforma che offre gratuitamente idee e strumenti per aiutare a costruire una cultura dei valori umani e sociali, e per formare conoscenze e capacità. Investire in cultura produce sempre valore sociale e vantaggio competitivo, che è il fine a cui un’azienda moderna dovrebbe sempre mirare. Attraverso Centodieci offriamo ad esempio stimoli e riflessioni su come la tecnologia stia impattando sempre di più sulla nostra società, sulle nostre abitudini di vita ma anche sui nostri valori e radici. Questo può essere un bene o un male. Non sta a me deciderlo. Il mio compito è orientare e aiutare le persone a riflettere per prendere poi in autonomia le scelte più giuste e vincenti. Aiutare le persone a porsi delle domande e a sforzarsi di darsi delle risposte. Se riuscirò in questo intento, anche solo minimamente, ogni giorno per me sarò più ricco di soddisfazione perché avrò contribuito anche io, nel mio piccolo, a costruire una piccola parte del bene comune.

Nota

Oscar Di Montigny è una manager internazionale e speaker dei principi dell’Economia 0.0.

E’ autore del blog Riflessioni per il Terzo Millennio.

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