giovedì, Marzo 28 2024

E’ una delle tendenze del momento, una moda che si è diffusa con la
pandemia e pare destinata a persistere a lungo. Stiamo parlando dell’ upcycling, il processo di conversione applicato ai
prodotti dismessi o alle materie prime di scarto che, a differenza del
‘riuso’, dà nuova vita ai prodotti, rendendoli ancora più belli e
interessanti anche dal punto di vista economico. Un modo di riutilizzare le
cose che sta prendendo piede sempre di più, un po’ ovunque nel mondo.

L’upcycling può essere applicato a tantissimi prodotti:
dai gioielli ai mobili, agli oggetti utili per la casa, fino ad arrivare ad
abiti e accessori moda. Realizzare braccialetti da vecchie infradito,
lampade da vecchie bottiglie, trasformare scarti di legno in sedie e
librerie, questo e molto altro avviene proprio grazie al riuso creativo.

Ma è il settore del fashion quello nel quale l’upcycling è diventato, in
questi ultimi due anni, un trend in crescita esponenziale, arrivando
addirittura a incidere sulla politica commerciale dei grandi marchi. Nato
come fenomeno di nicchia, il riciclo creativo di abiti e accessori sta
diventando, quindi, una vera e propria strategia economica sulla quale
puntano tanti grandi marchi a livello mondiale. Diciamo che i risultati
economici hanno fatto capire chiaramente che strizzare l’occhio
all’ecosostenibilità è ben visto e porta anche discreti profitti. Senza
contare che riduce fortemente i costi, e rappresenta lo strumento
attraverso il quale recuperare guadagno dalla merce invenduta. L’obiettivo
è quello di evitare gli sprechi.

L’upcycling ha sorpassato il Vintage

Non si tratta di indossare abiti o accessori già usati, ma significa
realizzare nuovi prodotti partendo dai vecchi, di combinare tessuti, di
riconvertirne l’utilizzo, per cui, da una tovaglia ricavo una borsa, dai
pantaloni lunghi gli shorts, dalla camicia la canotta, e così via. Uno
stile, una scelta, un modo di ripensare il guardaroba seguito anche da vip,
influencer, personaggi importanti e famosi.

L’ascesa social

Il tag #upcycledclothing ha oltre 668.000 post su Instagram e su TikTok
#upcycledfashion supera i 427 milioni di visualizzazioni. Sempre più
persone sono attratte dall’upcycling, una proposta
creativa che concilia etica ed estetica. Scorrendo i social è sempre più
facile imbattersi in tutorial che ti spiegano come re-immaginare un abito
che non ti piace più, o rimodernare e ravvivare con i colori del momento
una vecchia camicetta. Ci sono video di esperti del settore che raggiungono
milioni di like e visualizzazioni.

Upcycling e generazione Z

Attratta dalla riduzione dei consumi e dalla opportunità creativa e dalla
accessibilità economica, è tra la Generazione Z che l’upcycling sta avendo
la meglio. Le ricerche rilevano che circa il 90% dei giovani tra i 18 e i
25 anni preferisce acquistare capi di seconda mano, e quasi l’80%
acquisterebbe più volentieri da brand sostenibili. La generazione Z ha una
mentalità totalmente nuova riguardo all’abbigliamento che rientra nel clima
di opinione già consolidato della sostenibilità ambientale. Gli sprechi e
la sempre crescente impronta di carbonio dell’industria della moda lo
rendono uno dei settori più inquinanti al mondo. Pare che l’industria del
‘fast fashion’ emetta più CO2 dell’industria aeronautica e marittima messe
insieme e utilizzi circa 80 miliardi di metri cubi di acqua dolce all’anno,
mentre la produzione di materie prime e tessili contribuisce in maniera
significativa all’inquinamento dell’acqua a causa dei coloranti utilizzati.

I giovani preferiscono quindi riutilizzare e far rivivere, più belli di
prima, i vecchi capi di abbigliamento, combinare antichi gioielli, non
sprecare e sostenere in ogni modo un’economia circolare. Si calcola che tra
qualche anno il fatturato in questo settore specifico della moda possa
superare il doppio del fast fashion entro il 2030.

Intanto aumentano le app

Si tratta, in sostanza, di un cambiamento guidato dai consumatori e
rispetto al quale anche i marchi di moda e gli stili di vita si stanno
adattando. Assistiamo a un fenomeno che ha avuto ed ha la sua diffusione
principale sul web, che investe principalmente il settore dell’e-commerce e
infatti vediamo una vera e propria ascesa delle app di abbigliamento
sostenibile. Sono sempre più numerose e sempre più utilizzate le
piattaforme che offrono alternative all’invio di articoli indesiderati in
discarica, che consentono di scambiare abiti, di imparare a riutilizzarli
oggetti e tessuti in maniera creativa, e alcune di queste registrano
aumenti superiori al 100% nel giro anche solo di un anno. Ci sono app di
riuso di abiti e accessori con 20 milioni di utenti; ce ne sono per tutti i
gusti e per tutte le esigenze, in decisa crescita anche quelle della moda
bimbi. Reduce-reuse-recycle: lo slogan si sta affermando sempre di
più anche nel settore moda, diventando tendenza di moda . Per seguire
questo nuovo modello si può puntare sulla riconversione dei capi, anche in
vista di una loro maggiore durabilità. Quindi ago e filo, taglia e cuci, da
vecchi attrezzi della nonna, stanno ritornando come strumenti di creatività
e sostenibilità. Spazio quindi a tutorial e video per interventi ‘fai da
te’, mentre per tutto il resto, si stanno attrezzando i grandi brand che
sempre più di frequente affidano a esperti designer il settore
dell’upcycling.

Insomma, per il consumatore, un’occasione di fare acquisti in maniera
responsabile; per le aziende, un giro d’affari di diversi miliardi.

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