giovedì, Dicembre 26 2024

I dati dimostrano che il mercato dei videogiochi sta trattenendo il fiato. Il motivo è la coincidenza della crisi economica con la fine di un ciclo, quello delle console conosciute all’epoca come “next-gen”; in realtà, oggi sono già a fine carriera, il che ha causato un calo più che consistente del mercato: dai 1.263 milioni di euro di fatturato del 2008, si è passati “a malapena” ai 780 milioni di euro del 2012.

Per trovare fenomeni simili nel passato, bisogna tornare indietro al 2006. Allora il dato di riferimento era di 742 milioni, e già allora era arrivata la fine di un ciclo segnato dalla “PlayStation” per eccellenza, la PlayStation2 di Sony: con l’ingresso sul mercato del suo successore, la PlayStation3, e quello della diretta concorrente Xbox 360 di Microsoft, le vendite italiane si sono impennate fino a superare il miliardo di euro a partire dall’anno successivo, riflettendo un trend senza limiti geografici.

Ho citato questi pochi numeri per contestualizzare in un quadro reale l’ansia da prestazione che accompagna le due nuove console per videogiochi sul mercato mondiale e italiano dalla fine di novembre: la PlayStation 4 di Sony e la Xbox One di Microsoft. Si tratta di un’ansia soprattutto commerciale: le aziende hanno bisogno (e sperano) di aumentare il flusso di ricavi, per evitare che una contrazione del mercato piuttosto naturale si trasformi in una debacle.

Ma queste linee non sono dedicate alle imprese. Si occupano soprattutto della casa e del bilancio familiare. Il numero natalizio della rivista Fogli può essere utilizzato per riflettere brevemente su alcune dinamiche commerciali e sui loro riflessi psicologici.

È opportuno, oggi, correre a comprare la PlayStation 4 e/o la Xbox One?

Chiaramente, rivenditori e commessi risponderanno di sì, snocciolando una serie di dati davvero impressionanti: le due neonate console sono più potenti delle precedenti; possono inoltre fungere, più o meno, da “centro di controllo” per i dispositivi di intrattenimento e svago del salotto, come la visione di dischi Blue-Ray, o il download di contenuti online e la gestione della TV satellitare. Infine, nessuna delle due è compatibile con le console precedenti: i prodotti venduti per Ps4 e Xbox One (difficile da abbreviare perché “One” è già l’abbreviazione di “All in one”) non funzionano sulle console di precedente generazione, e viceversa: i giochi per PS3 e Xbox 360 sono incompatibili con le nuove console.

È proprio qui che gli interessi commerciali e familiari iniziano a divergere: perché portare a casa un nuovo dispositivo molto costoso (sì, 500 euro per la nuova Xbox e 400 euro per la nuova PS), e mandare in pensione la collezione di giochi faticosamente compilata in anni di risparmi? Inoltre, per il momento, si sono visti pochi nuovi giochi perché non c’è stato il tempo di svilupparli o perché per un certo periodo di tempo quasi tutti i giochi continueranno a uscire anche nelle versioni precedenti.

Le console, infatti, sono computer pronti a giocare, con requisiti di stabilità indispensabili rispetto a un PC da lavoro. È vero che non sono di per sé superiori a un normale PC perché, nonostante la brillante novità, le due recenti console sono equivalenti a un PC che non supera il livello medio in termini di potenza effettiva. Tuttavia, garantiscono un servizio efficiente e senza sorprese che il PC non potrebbe mantenere perché esposto a continue modifiche software e hardware. Pertanto, il ciclo di vita delle console è piuttosto lungo. L’ultima avrebbe dovuto sopravvivere fino al 2015, ma la sua esistenza è stata accorciata per motivi principalmente commerciali: è necessario registrare i profitti.

Per sottolineare il ruolo di “coordinatore centrale” le nuove console sono anche dotate di molte ambizioni tecnologiche: soprattutto la neonata Microsoft punta a essere, come detto, il centro di controllo di tutte le attività di intrattenimento collegate al grande schermo televisivo. Inoltre, sono stati incrementati e incorporati i comandi corporei, che possono essere impartiti con gesti e parole senza controller, già sperimentati con Kinekt nella versione precedente.

Personalmente, non credo in una particolare evoluzione dei videogiochi guidata da questo nuovo tipo di interfaccia basata sul movimento. Lo dimostra anche il fallimento della “nuova” Wii di Nintendo (uscita nel 2012). Una volta esaurita l’euforia della novità, ci siamo resi conto che giocare agitando il corpo è più faticoso, e non più divertente, che giocare stando fermi.

Insomma, è probabile che le nuove console possano diventare preziose alleate del nostro divertimento nei prossimi anni. Ma devono conquistarsi questo ruolo, accontentandosi di produrre contenuti che incorporino i suddetti sviluppi. Nel frattempo, le “vecchie” console garantiscono ancora prestazioni eccellenti a prezzi molto più contenuti. Si può tranquillamente aspettare il prossimo anno per cambiare generazione di console.

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