Bob Dylan vieta il cellulare ai suoi concerti: “non si vive per fotografare”
Bob Dylan, icona della musica internazionale, si è reso paladino della lotta contro l’eccessivo utilizzo dei cellulari, soprattutto durante gli eventi dal vivo, fino ad arrivare alla proibizione dello smartphone durante i suoi concerti.
“Non si vive per fotografare!”, questa la tesi del cantante, che ritiene importante saper trascorrere dei momenti restando offline, “senza distrazioni”.
L’intrusione dei telefonini, infatti, impedirebbe di “godersi appieno lo spettacolo”.
Secondo il cantautore, se si è impegnati a riprendere e condividere tutto con lo smartphone, finiamo per non vivere appieno il presente, assieme alle persone in carne ed ossa che ci circondano.
Telefonini “sequestrati”
Probabilmente nostalgico dei suoi primi concerti, che avvenivano in un mondo ancora no smartphone, durante le sue ultime esibizioni, ha reso impossibile immortalare il suo show, perché i cellulari venivano “bloccati” all’ingresso, per poi essere “sbloccati” alla fine. È stata una scelta drastica, criticabile e, tuttavia, apprezzata da molti.
Per prendere parte al concerto, lo spettatore era tenuto a riporre il proprio smartphone in una custodia fornita dagli organizzatori dell’evento all’ingresso. Il dispositivo veniva poi sigillato e poteva essere sbloccato solo su richiesta, ma non nell’arena dell’esibizione: erano previste, infatti, per urgenze o necessità, delle zone apposite per l’utilizzo del cellulare. Per ritornare, però, era necessario ripetere il procedimento iniziale, bloccando nuovamente il proprio dispositivo.
È lecito togliere il cellulare ad uno spettatore?
L’artista non è stato il solo a prendere una decisione così forte, bensì ha seguito le orme di Jack White e Madonna, i quali prima di lui impedirono l’uso dei cellulari ai fan durante i concerti.
Che Dylan fosse infastidito dalla moda di riprendere ogni attimo dello spettacolo lo si era capito già nel 2019, quando, durante un concerto a Vienna, interruppe Blowin’ in the wind e disse indispettito alla platea: “Vogliamo fare foto? Possiamo cantare o dobbiamo metterci in posa?”.
Chiaramente, la scelta dell’artista pone dei problemi: è lecito rendere inutilizzabile uno strumento strettamente personale come il cellulare, per tutta la durata di un evento?
È pur vero, però, che il potenziale spettatore è stato avvisato prima dell’acquisto del biglietto sulle condizioni per partecipare e poteva scegliere liberamente se accettarle o meno.
Di fatto, comunque, il divieto non ha impedito al cantautore di fare sold-out per tutte le date previste nel suo tour, anche in Europa. Il che, certamente, era prevedibile, data la fama e l’apprezzamento di pubblico.
Dylan: portavoce di molti artisti minori, infastiditi dall’intrusione degli smartphone
Anche personaggi meno famosi hanno dimostrato negli ultimi anni ostilità verso l’utilizzo degli apparecchi, anche nelle sale teatrali. “Risponda pure, noi riprendiamo dopo”, disse, ad esempio, il maestro Riccardo Chailly rivolgendosi a uno spettatore del teatro alla Scala di Milano, durante la serata dedicata ai grandi concerti verdiani.
Molti i direttori di orchestra o gli attori di teatro che ammettono di sentirsi inibiti dalle telecamere continuamente puntate su di loro. Molti chiedono al pubblico di partecipare senza questo tipo di interferenze.
Tuttavia, ci rivolgiamo ora a voi lettori: sareste in grado di fare una simile rinuncia? La gradireste o la vivreste con insofferenza?
Dateci il vostro punto di vista; se volete, scrivetelo nei commenti.