giovedì, Dicembre 12 2024

La sovraesposizione dei sentimenti nella nostra cultura, segnata dalla presenza invasiva dei media – presenza che si è moltiplicata grazie alla tecnologia digitale e ai social network – invece di favorire la comprensione sembra facilitare l’analfabetismo della sensibilità.

Di conseguenza, imparare a perdonare, sia nella vita familiare che in quella lavorativa, diventa una grande sfida educativa.

Venerdì 11 marzo, presso la Pontificia Università della Santa Croce, si è tenuta una giornata di studio su Misericordia e famiglia per riflettere sui temi della misericordia e del perdono e su altri temi di fondo.

L’iniziativa è nata all’interno di un gruppo di ricerca interdisciplinare sul perdono, composto da docenti della Santa Croce in collaborazione con altre università italiane e straniere, che dal 2010 al 2014 ha riflettuto sulla natura del perdono e sugli argomenti ad esso legati, e le cui conclusioni sono state pubblicate nell’opera Liberar la historia. Prospettive interdisciplinari sul perdono.

Gli autori del libro – psicologi, teologi e filosofi – offrono una molteplicità di prospettive che l’analisi del processo di perdono porta con sé: la violenza, il male, la sofferenza, le emozioni, il conflitto, la colpa e il biasimo, e anche le origini della capacità o incapacità di perdonare. Nel corso della ricerca, un elemento ricorrente è stato la famiglia e il modo in cui essa influisce sulla capacità o incapacità di perdonare.

Misericordia e famiglia

In questa occasione, l’evento dell’11 marzo ha riunito i temi della misericordia e della famiglia, invitando, oltre ad alcuni degli autori del libro, il professor Amedeo Cencini, specialista in psicoterapia e docente di numerosi corsi di formazione ed educazione affettiva alla vita consacrata presso l’Università Gregoriana e l’Università Salesiana, e la dottoressa Mariolina Ceriotti Migliarese, medico, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, esperta in terapia familiare e di coppia.

Amedeo Cencini ha incentrato la sua presentazione su due aspetti: dopo aver sottolineato come la Misericordia sia quel tipo di amore che va oltre la giustizia e appartiene come tale all’identità di Dio, ha proposto un percorso psicopedagogico in tre tappe essenziali per percepire la Misericordia di Dio: la conoscenza della propria miseria, l’esperienza del dolore e la saggezza di chi acquisisce una nuova identità, riconciliata con Dio. In questo percorso, Cencini ha evidenziato la differenza tra sincerità e verità; il ruolo essenziale della sensibilità nel rapporto con Dio e l’attuale analfabetismo dei sentimenti; il dolore come canale di maturazione esistenziale, in cui la persona è chiamata ad accettare la propria impotenza, che si presenta come un’occasione per sperimentare la verità di sé come creatura e di Dio come Creatore misericordioso.

Perdono e famiglia

Mariolina Migliarese ha analizzato il tema del perdono dal punto di vista dell’educazione e della famiglia, mostrando come il perdono possa essere appreso e quali siano le condizioni per ottenerlo. La sua analisi si è concentrata in particolare sul tema del conflitto come momento formativo che struttura la persona e la relazione, per farci sperimentare un percorso di perdono attraverso la narrazione di un caso clinico di crisi di coppia.

Al termine dei due interventi, si è tenuta una tavola rotonda con i professori Susanna Pallini, Antonio Malo e Giulio Maspero, che hanno evidenziato il ruolo specifico delle relazioni interiorizzate del padre e della madre nella capacità o nella difficoltà della persona umana di perdonare, dal punto di vista delle discipline della psicologia, della filosofia e della teologia.

Previous

Dopo 25 anni di studi psicosociali, cosa sappiamo davvero degli effetti dei film horror?

Next

Gli Aristogatti: se “mamma” e “papà” esistono ancora, almeno nei cartoni animati

Check Also