Quante possono essere le tentazioni in un matrimonio? Quali problemi può incontrare una coppia, negli anni? Cosa mette a repentaglio la fiducia, la fedeltà, la complicità? Come si insinua il male in una relazione?
Sono solo alcune delle domande che due fidanzati dovrebbero porsi, se intendono imbarcarsi nell’impresa di una vita insieme. Qui vorremmo tentare, in parte, di rispondere attraverso un racconto di fantasia, che parla, però, di crisi coniugali assolutamente reali.
Un romanzo per le giovani coppie
Immaginate che esista una scuola sotterranea, dove dei demoni studiano per specializzarsi nell’arte di distruggere la felicità delle coppie.
Immaginate che due studenti di questa università infernale debbano necessariamente rovinare, in modo irreparabile, un matrimonio, per conseguire l’agognata laurea.
Quali tattiche, armi, inganni sfodereranno?
È questa, in estrema sintesi, la trama del libro “L’arte di rovinare i matrimoni. La missione di un giovane apprendista diavolo” (Cecilia Galatolo, Mimep Docete, 2023).
Protagonista è Zecca, un diavolo molto astuto e intelligente, costretto ad allearsi con Piattola, un demone più stolto e superficiale. La missione loro assegnata? Quella di separare una coppia di sposi, i giovanissimi e innamoratissimi Chiara e Luca.
Sulle orme di C. S. Lewis
La finzione letteraria riprende – senza la pretesa di eguagliare un vero e proprio capolavoro – il modello delle “Lettere di Berlicche” di Clive Staples Lewis, in cui, paradossalmente, dalle considerazioni dei due demoni emergono per contrasto i punti di forza che fondano la vita matrimoniale.
La vicenda vuole, infatti, offrire spunti di riflessione su ciò che innesca le crisi più gravi e su quali siano le virtù da coltivare perché l’unità sperimentata il giorno delle nozze resti salda, nel tempo.
Il libro è caratterizzato in modo particolare dal serrato dialogo tra i due diavoli, che si mettono d’accordo su come attaccare i punti deboli della famiglia.
Cosa rovina un matrimonio?
Per fare esempi di motivi che innescano solitamente le crisi coniugali, potremmo menzionare: l’abitudine e la trascuratezza, la dipendenza dal telefonino, la suocera che non va a genio, la tentazione di spingersi oltre con il collega, i problemi con i figli, quelli di salute, le difficoltà economiche.
I due coniugi di questo romanzo vivono, uno dopo l’altro, tutti i problemi sopra menzionati. Ormai stanchi, arrivano ad un punto in cui sembrano non riuscire più a trovare il desiderio di affrontare la realtà insieme.
Si sono sposati con le migliori intenzioni, hanno anche un bambino, ma dopo tanti sforzi, Piattola e Zecca sembrano vincere: il matrimonio, pur fondato sulla roccia della fede, sembra finito, morto.
L’importanza delle relazioni al di fuori della famiglia
La vera forza di Chiara e Luca risulterà quella di non essere soli. Hanno, infatti, due famiglie presenti e degli amici veri, nonché una guida spirituale attenta (il sacerdote che li ha sposati).
Fanno parte di una comunità che li ama e li accoglie. Questo li porterà a ricevere aiuto.
I due capiranno, allora, che il male non si vince isolandosi. Il messaggio del libro, a questo proposito, è che “inferno” è sinonimo di “solitudine” e due sposi che si isolano hanno già iniziato a far morire il loro matrimonio.
Nessuno si salva da sola, nemmeno due sposi
Chiara e Luca capiranno che, quando ci si fidanza – e si progetta una vita insieme –, non si sa tutto di ciò che il matrimonio comporterà e occorre avere l’umiltà di farsi accompagnare da chi ha più esperienza.
Capiranno che i sentimenti non bastano: bisogna fare un serio lavoro, su sé stessi e di coppia.
Capiranno che ogni matrimonio, soprattutto quelli in cui l’amore è fecondo, ha un nemico. Esiste un tentatore, che viene per rubare il vino buono – quello della gioia – dalla tavola.
In altre parole, ogni matrimonio, anche il più sano e robusto, può entrare in crisi. Il punto centrale, però, è come ci si approccia ad essa: con l’orgoglio di chi non è disposto a fare nemmeno un passo indietro o con la voglia di uscirne insieme, più forti di prima?