giovedì, Dicembre 12 2024

A Santiago del Cile, lo scorso 2 Ottobre, si è concluso il Congresso sulla Famiglia nella ricorrenza del Bicentenario dell’indipendenza del Cile, organizzato dalle Università Cattolica, delle Andes e “Finis Terrae”. L’obiettivo del Congresso è stato quello di andare oltre una semplice diagnosi sulla situazione famiglia in Cile e cominciare a dare proposte e indicazioni concrete per il suo rilancio.

Nell’inaugurazione, Monsignore Alejandro Goic, Presidente della Conferenza Episcopale Cilena, ha manifestato la necessità di approfondire il tema del riconoscimento e del rispetto dei diritti della famiglia in Cile. Da parte sua il Ministro della Pianificazione Nazionale, Felipe Kast, ha portato a conoscenza una cruda realtà con una serie di dati: negli ultimi venti anni il numero di famiglie monoparentali è aumentato dal 22% al 27%, mentre quello delle famiglie nei loro nuclei originali è sceso dal 67% al 58% nello stesso periodo. A sua volta è stato segnalato che, nelle famiglie che vivono nell’estrema povertà, il 60% di esse sono monoparentali e, di queste, la quasi totalità vede la donna come capofamiglia.

Il Congresso ha visto la presenza di esperti nazionali ed internazionali, che hanno presentato proposte in materia di politiche pubbliche per la famiglia, frutto di una profonda riflessione sul matrimonio e l’educazione familiare. Ognuno di questi temi è stato affrontato nel corso di una specifica conferenza con ospiti internazionali e l’osservatorio di un panel di esperti.

Nel primo ciclo di conferenze, Eduardo Hertefelder, dalla Spagna, dell’Istituto di Politica Familiare ha presentato una analisi della realtà della famiglia in Europa, segnalando le ragioni della sua decadenza. Il messaggio è stato chiaro: non commettere gli stessi errori in Cile. Il panel di esperti ha riflettuto sulla famiglia come un bene sociale e ha proposto interventi legislativi che permettano il suo rinvigorimento nella legge.

Nel secondo ciclo di conferenze, Álvaro Sierra, dalla Colombia, ha parlato della famiglia come prima fonte di educazione. E’ emerso che l’amore e l’accoglienza incondizionata che la famiglia dà ai suoi membri sono il migliore fattore educativo; questo compito è un diritto-dovere indelegabile. Il panel di esperti ha posto poi l’accento in maniera speciale nell’educazione alla fede in questi tempi di grande incertezza. Il messaggio, nonostante tutto, è incoraggiante: la fede è uno dei principali motori di cambiamento.

Nel terzo ciclo, dedicato alla famiglia e al matrimonio, Tomás Melendo, dalla Spagna, ha parlato del matrimonio come pilastro della famiglia. Ha evidenziato che il matrimonio, frutto della libertà umana, permette di sviluppare la capacità di amare per tutta la vita e di essere amato reciprocamente. Tutto ciò è possibile solo in virtù della dignità intrinseca della persona umana. Nel panel corrispondente al terzo ciclo si è analizzata anche la differenza e complementarietà tra l’uomo e la donna, mettendo l’enfasi sulla necessità di superare le difficoltà e le diversità.

Senza dubbi la Conferenza è stato un successo. Non solo per la grande affluenza di persone, ma anche per l’interesse e l’aspettativa generale, su un tema come quello della famiglia, considerato un pilastro fondamentale della società cilena.

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