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Pierpaolo Donati. La famiglia, il genoma che fa vivere la società, Rubbettino, 2013 (12 Euro)

Le controversie sorte negli ultimi decenni sulle caratteristiche e sullo statuto della famiglia, hanno reso necessarie riflessioni approfondite sulla sua struttura e sulle sue peculiarità.

L’odierna pretesa di denominare col termine “famiglia” forme di “vivere insieme” molto diverse tra loro, ha portato numerosi filosofi, sociologi e psicologi a compiere ricerche sempre più accurate sulla realtà famigliare e sulla società nella quale essa nasce ed agisce.

Sembra, infatti, che ci sia l’urgenza di “purificare” da visioni spesso basate sul “senso comune”, concetti quali “matrimonio” e “famiglia”, affinché si possano tracciare profili ben definiti, poggianti sulla stessa natura umana.

A tal proposito, molto interessante lo sforzo di Pierpaolo Donati, che nel suo libro La famiglia, il genoma che fa vivere la società mostra, in modo sistematico e coerente, quali siano le ragioni sociologiche che consentono di individuare la struttura sui generis della famiglia, rispetto alla quale, a suo avviso, si misura il carattere più o meno umanizzante della società.

Dopo aver motivato la visione metaforica della famiglia come un “genoma” dal quale dipende l’intero “organismo sociale”, il libro si propone di spiegare come sia socialmente possibile la famiglia, i motivi a causa dei quali e ai fini dei quali esiste e le ragioni per cui non possa sussistere una società “senza famiglia” o in cui “tutto sia considerato famiglia”.

Nel suo lavoro, Donati teorizza l’indispensabilità di questa comunità di vita unica e singolare, mostrando il crescente bisogno di essa proprio in un’epoca in cui l’istituzione famigliare si trova in crisi, relegata nell’immaginario culturale dominante ai margini dalla società. Evidenzia, a riprova di ciò, i malesseri legati all’incapacità di “essere”/”fare” famiglia. Seguendo le argomentazioni dell’autore, essa è e resterà sempre il punto di riferimento primario e più importante dell’individuo, mancando il quale la persona si perde.

Per quanto detto, il libro risulta molto stimolante per chiunque cerchi basi sociologiche in difesa della famiglia. In modo particolare, però, è utile per dei comunicatori che si occupano di temi sociali, poiché l’autore offre svariati spunti di riflessione su tematiche più che mai attuali e dibattuti nei media: quali, ad esempio, i cambiamenti delle politiche famigliari, la crisi della paternità, l’apertura alla vita da parte dei coniugi, l’appiattimento delle differenze tra uomo e donna, la partecipazione della famiglia al bene comune della società, le esigenze della quotidianità, i problemi legati alla crescita dei figli e alle attese affettive dei giovani.

Interessante, inoltre, il modo in cui si parla dei rapporti di coppia, dai quali si originano (o dovrebbero originarsi) le famiglie destinate a costituire la società. A questo riguardo, Donati si sofferma sulla rilevanza del “dono di sé” per l’edificazione di relazioni autentiche, in contrapposizione alla mera “soddisfazione”/“affermazione” del sé personale. Distingue la “generazione di un noi” dalla “somma di due libertà”, che si aggregano “senza vincoli e implicazioni”, producendo legami destinati ad atrofizzarsi o a perdurare nell’egoismo.

Nonostante la specificità dei vocaboli e la complessità di alcuni concetti, il libro rivaluta l’istituzione famigliare intesa “in senso stretto”, il contesto in cui va formandosi, la sua specificità e l’importanza che occupa per la vita degli individui in modo chiaro ed esaustivo, proponendosi come una lettura di indiscutibile interesse e attualità per gli studiosi della famiglia e in generale per tutti coloro che cercano di comprendere le evoluzioni e i cambiamenti culturali della nostra società.

Non vantando una formazione sociologica specializzata, ho letto il libro con gli occhiali dell’uomo comune e ne ho scritto la recensione con lo stesso linguaggio. A posteriori, e per contrastare le mie comprensioni e percezioni, ho deciso di consultare il giudizio degli esperti del settore.

A proposito della traduzione spagnola del libro di Donati appena pubblicata, così si esprime José Pérez Adán, esperto in socio economia, famiglia e medio ambiente, Ordinario di Sociologia dell’Università di Valencia (Spagna): “Dell’opera di Donati, questo è, a mio avviso, il testo più riuscito per introdurre, sinteticamente e in modo comprensibile, al lettore alla sociologia relazionale (Donati, come è ben noto fra i sociologi, è il fondatore della c.d. sociologia relazionale, NT) e inoltre e applicato ad un campo di indubbio interesse e attualità. So bene che l’opera del sociologo italiano non è di facile lettura, e so che in questo libro vi sono questioni basilari di metodologia, come il suo schema AGIL, insufficientemente spiegate. Le virtù però di “La familia, el genoma de la sociedad” (titolo in spagnolo dell’opera) sono tante, tante che a mio giudizio la rendono lettura d’obbligo fra gli studiosi della famiglia e fra coloro che vogliono capire la portata dei cambiamenti culturali in cui siamo immersi”.

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