domenica, Novembre 24 2024

Come si parla di Famiglia nelle serie televisive? È stata questa la domanda portante che ha guidato Stefania Grassini, docente dell’Università Cattolica di Milano, in un intervento che ha offerto presso la Pontificia Università della Santa Croce, il 23 marzo 2023.

L’occasione è stata data dalla V Giornata Interdisciplinare di Studio sull’Antropologia giuridica della famiglia, che aveva per tema: “La famiglia come soggetto evangelizzatore primario”.

La Garassini, impegnata nell’attività del sito Orientaserie.it e con alcuni libri all’attivo sui temi dell’educazione, del mondo digitale e dei nuovi media, ha parlato di “Narrative famigliari nelle serie tv: valori o disvalori?”.

Famiglia o famiglie?

“La famiglia è un tema presente in modo trasversale nella produzione seriale. – ha detto la Garassini all’inizio del suo discorso – Esso ha attraversato già diverse evoluzioni, al passo con i cambiamenti sociali e spesso anticipandoli”.

Poi ha proseguito: “Una prima caratteristica della rappresentazione delle tematiche famigliari nelle serie tv è proprio quella di aver allargato i confini di ciò che può essere inteso come famiglia”.

E qui si riferisce al fatto che in diverse occasioni, a partire dagli anni Novanta, si sono mostrate scene di situazioni in cui i legami tra persone dello stesso sesso venivano equiparati al matrimonio tra persone di sesso opposto. Poi aggiunge: “oggi il confine si è sposato nel rappresentare l’adozione di figli da parte di coppie omogenitoriali e le problematiche legate alla transessualità”.

Psicologia dei personaggi, fascinazione per il negativo e predilezione per l’individuo

Perché le serie tv hanno il potere di educare e di plasmare nuovi modi di pensare e di intendere la famiglia? Su questo, la professoressa non ha dubbi: il potere delle serie tv va ricercato nella capacità che essa ha acquisito di “ritrarre la psicologia dei personaggi, effettuando un profondo scavo psicologico nelle loro motivazioni”.

Quale ritratto di coppia e di famiglia prevale nelle serie televisive? La Garassini risponde: “si privilegiano le istanze individuali rispetto alla tenuta del legame”, e perlopiù “ci si concentra sui fallimenti e si presentano situazioni ‘irregolari’”.

Citando Eugenia Scabini, spiega questa propensione così: “Tende a perdere di senso ogni progetto comune e acquista sempre più importanza la gratificazione dell’individuo… Il valore di una relazione viene così commisurato su ciò che se ne può ricavare”.

Le felici eccezioni, dove si vedono famiglie unite, sono perlopiù collocate in periodi storici diversi dal nostro o in situazioni estreme che portano i membri della famiglia ad unirsi per far fronte ad un pericolo o ad un problema comune. “La descrizione della normalità di una famiglia ambientata ai nostri giorni – sottolinea Garassini – è un’autentica rarità”.

La docente ha poi mostrato alcuni cambiamenti che si sono visti negli ultimi anni. Ad esempio, si è soffermata sulla differenza abissale che si può vedere tra serie tv come Happy Days e Tredici.

Nota, infatti, la Garassini che è aumentata la “fascinazione per il negativo”: spesso vengono ritratti “eroi negativi”, della cui personalità si tende ad esplorare gli “aspetti più oscuri”.

Valori postivi sulla famiglia

Tuttavia, esistono serie tv che mostrano valori positivi sulla famiglia. Una di queste è, ad esempio, This is us, dove si evince che uniti si possono superare le avversità (una frase emblematica, che rispecchia il mood della serie, è: «Non esiste nessun limone tanto aspro da non poterci fare qualcosa di vagamente simile a una limonata»).

Vi sono poi modelli di paternità positivi, ad esempio in Downton Abbey o in The Walking Dead. Ci sono anche uomini che svolgono il compito di padre pur non essendolo biologicamente, ciò si può vedere ad esempio in Mare fuori o in Ted Lasso.

Per quanto riguarda l’idea di maternità, abbiamo esempi significativi di legami autentici e profondi, sebbene, perlopiù, essa emerga come “relazione esclusiva, contrapposta alla famiglia”.

Previous

Doomscrolling: perché cerchiamo compulsivamente le cattive notizie?

Next

Come diventare un super papà. Ecco le 3 app migliori

Check Also