mercoledì, Novembre 27 2024

Una casa ordinata e pulita è un aspetto essenziale per la serenità di tutta la famiglia, senza ovviamente togliere del tempo e delle attenzioni ai propri figli. E’ fondamentale infatti trovare un equilibrio sano tra cura dell’ambiente e cura delle relazioni familiari. Oggi, vorremmo proporvi una possibile via: unire gioco e lavoro domestico, coinvolgendo i bambini.

Può sembrare più facile a dirsi, che a farsi. Può essere molto più immediato dedicarsi alle pulizie mentre i bambini si godono un bel cartone animato. Eppure, lasciate che vi offriamo cinque consigli per far diventare il momento delle pulizie un’esperienza simile ad un gioco di squadra.

1. Dare compiti precisi

I bambini sono spesso restii ad aiutare perché non hanno ben chiaro cosa ci si aspetti da loro. Se un genitore dice genericamente “riordina la stanza”, il bambino potrebbe fare fatica a capire cosa concretamente debba fare, da dove debba iniziare. Meglio dare compiti chiari: “Metti a posto i libri nello scaffale”, “togli i giochi dal tappeto e riponili nella cesta dei giochi”, “passa lo spolverino sopra al comodino”.

Ultimamente, mia figlia di quasi sei anni si diverte a pulire il bagno con me. La sua mansione principale è spostare saponi, spugne, spazzolini da denti e ripore tutto in corridoio, cosicché io possa lavare i sanitari. Attualmente, sa fare bene il suo lavoro e questo la riempie di orgoglio. Al fratello, invece, piace molto di più riordinare o passare l’aspirapolvere. È bello vederli impegnati, dopo aver capito bene le direttive.

2. Accettare che possano metterci del tempo a capire e imparare

Come per ogni cosa, ci vuole tempo anche ad imparare a prendersi cura di una stanza o della casa, soprattutto in tenera età. Iniziamo con le mansioni più semplici, facciamole ripetere più volte. Quando hanno imparato a fare qualcosa, aggiungiamo qualcos’altro, senza pretendere che siano infaticabili. Molti genitori rinunciano a coinvolgere i figli nelle faccende domestiche perché credono di perdere solo tempo. Proviamo a guardare da un’altra angolatura: stiamo facendo qualcosa insieme e quindi sarà solo tempo guadagnato. Inoltre, anche se, all’inizio, forse ci metteremo di più a concludere, il bambino avrà imparato una lezione: la casa in cui abita è anche sua responsabilità.

3. Non fare preferenze: siamo una squadra

È bello che tutti i membri della famiglia si sentano partecipi della gestione della casa, ognuno secondo le proprie capacità, legate anche all’età.

Proviamo a fare un piano famigliare, dove ciascuno sia coinvolto, secondo le necessità di tutti e le abilità di ciascuno.

4. Non aspettare per iniziare: non è mai troppo presto

Nella mia memoria ho impressa una scena davvero esilarante. Mio figlio aveva appena un anno e mezzo, aveva imparato da poco a camminare bene, quando svuotava l’asciugatrice con me. Io tiravo fuori i panni, lui li prendeva e li portava al papà, che li piegava.

La sorellina, di pochi mesi, dormiva nell’ovetto, e noi eravamo una perfetta catena di lavoro. Non credo ci sia bisogno di dirvi che dei tre si divertiva di più. Alla sua età poteva fare solo quello, eppure non rinunciava a farlo e a farlo bene!

5. Valorizzare il lavoro, anche con delle ricompense

Quando ero bambina, svolgevo le faccende domestiche molto più volentieri se erano accompagnate da una ricompensa. Perciò, ora, rimetto in atto lo stesso meccanismo con i miei figli.

Per fare un esempio, c‘è stato un periodo in cui io e i mei fratelli volevamo comprare un tappeto elastico per il nostro giardino. Ogni lavoro domestico che compivamo ci permetteva di mettere qualcosa nel nostro salvadanaio… è stato bello acquistare il tappeto elastico, un anno e mezzo dopo, con la sensazione di averlo guadagnato, in qualche modo.  

Oltre alle ricompense materiali, è importante la gratificazione, come dire espressamente: “Ben fatto” o anche “grazie di aver fatto questo per tutta la famiglia”. I bambini non devono essere lodati oltremisura, ma è importante che si accorgano di essere nel bene quando fanno qualcosa di utile per gli altri. Non dobbiamo tenere dentro i complimenti. Un uomo saggio dice che motiva di più un incoraggiamento e un complimento detto al momento giusto, di mille rimproveri non costruttivi.

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