domenica, Novembre 24 2024

“Per favore mamma, non postare le mie foto delle vacanze” o ‘Papà, smettila di parlare al telefono mentre guidi, è pericoloso’.

Queste, solo per fare un esempio, sono alcune delle paure degli adolescenti in una recente ricerca dell’Università di Washington e dell’Università del Michigan sull’uso di Internet e dei social network in famiglia.

Uno studio indubbiamente originale, che per una volta ribalta il punto di vista a cui siamo abituati. Non quello di genitori apprensivi che impongono regole e limitazioni all’uso di internet e dei cellulari da parte dei figli, ma esattamente l’opposto: quali sono le aspettative e le richieste dei giovani nei confronti dei genitori quando si parla di uso della tecnologia.

Cosa vogliono i nostri figli: più attenzione e ascolto

La ricerca ha analizzato il comportamento di 249 famiglie americane con figli di età compresa tra i 10 e i 17 anni. I risultati di questo studio sono stati sorprendenti: i bambini si dimostrano spesso più accorti e più saggi dei loro stessi genitori. Anche per loro, infatti, gli smartphone in certe situazioni sono davvero troppo. È meglio spegnerli.

Dalla ricerca, infatti, emerge che gli adolescenti americani si sentono decisamente in difficoltà o in imbarazzo in situazioni inappropriate come quando, ad esempio, i genitori pubblicano e condividono le loro foto sui social media. Per questi adolescenti è necessario porre un limite ai propri genitori in determinate circostanze. Inoltre, è necessario applicare delle vere e proprie regole per un buon uso della tecnologia. Vediamo quali sono:

– Essere più presenti: i bambini sentono il bisogno di essere ascoltati e non è affatto piacevole quando i genitori sono sempre impegnati al telefono o al tablet.

– Maggiore autonomia e fiducia: i genitori dovrebbero permettere ai figli di gestire il proprio uso dei social network e di internet in modo autonomo e senza interferenze, fidandosi del loro giudizio.

– Uso equilibrato della tecnologia: i genitori dovrebbero usare la tecnologia con moderazione ed equilibrio, senza farsi prendere troppo la mano. A questo proposito, leggete l’articolo #tengotunúmero.

– Non usare il cellulare alla guida: è forse la regola più importante. Quella che può salvare la vita di una famiglia. La minima perdita di attenzione durante la guida può essere fatale.

– Coerenza di comportamento: i genitori dovrebbero mettere in pratica ciò che predicano. È contraddittorio chiedere ai figli di non passare troppo tempo su Internet, e poi essere i primi a navigare per ore.

– Evitare la condivisione non autorizzata: i genitori non dovrebbero pubblicare e condividere foto e video dei propri figli senza il loro esplicito consenso. È una questione di rispetto, oltre che fonte di grande imbarazzo.

– Proteggere i propri figli: i genitori dovrebbero vigilare sui propri figli, senza soffocarli, proteggendoli da possibili rischi che sono sempre dietro l’angolo. Un fenomeno triste per tutti, per fare solo un esempio, riguarda i più piccoli e i più ingenui: il grooming.

Le regole dei genitori: vietare e non ascoltare

Come si vede, la principale richiesta degli adolescenti nei confronti dei genitori è di natura strettamente emotiva. Chiedono più sicurezza, attenzione, ascolto, ma anche fiducia e rispetto. E cosa chiedono i genitori ai loro figli? La ricerca evidenzia, anzi purtroppo conferma, un approccio educativo decisamente autoritario, più che autorevole, basato sull’imposizione di regole, spesso non condivise con l’ascolto e il dialogo, di restrizione e limitazione. Queste le principali:

– Divieto di usare il telefono in determinati momenti: ad esempio durante l’orario scolastico, mentre si fanno i compiti a casa o la sera.

– Prestare la massima attenzione alle spese: ad esempio, non consumare tutto il credito prima della scadenza.

– Vietare alcuni siti: non visitare siti sessualmente espliciti o particolarmente violenti.

– Evitare certi atteggiamenti: ad esempio un linguaggio scurrile e offensivo o, peggio ancora, atteggiamenti di cyberbullismo.

L’aspetto razionale e utilitaristico dei genitori prevale quindi su quello virtuoso e affettivo dei figli. Forse sarebbe bene un punto di convergenza comune, dove ragione e sentimento si incontrano, ovvero non troppe regole – meglio, non solo regole – e più spazio al confronto, al dialogo e alla condivisione.

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