martedì, Dicembre 3 2024

Sempre più giovani confondono i concetti di matrimonio e festa di matrimonio. Tanti credono che sposarsi sia solo una formalità, costosa, per di più.

Ma come siamo arrivati a questo punto? E che ruolo hanno o possono avere i media rispetto a tale fenomeno?

Di seguito, alcune riflessioni sull’argomento.

Matrimonio e sobrietà

Una volta capitai in una Messa di matrimonio senza saperlo. Non c’erano fiori, né una sposa vestita di bianco e nessuna auto era ornata di fiocchi. Scoprii di partecipare ad una messa di nozze solo quando il sacerdote disse: “Oggi festeggiamo l’unione di una coppia, che ha accettato il mio invito ad apprezzare le cose semplici…”

Poi spiegò che i due erano andati a chiedere il battesimo per il loro secondo figlio, essendo ancora conviventi. Alla domanda sul perché non si sposassero, risposero che il matrimonio era troppo costoso.

Il sacerdote, allora, confermò: “Certo, capisco, costa molto promettersi fedeltà per tutta la vita…”

“No, – replicarono – già cerchiamo di vivere fedelmente, di sopportarci con pazienza… è un costo a livello economico!”

“Un costo a livello economico? – obiettò lui – Guardate che io vi sposo gratis”.

Fu così che ebbe l’occasione di spiegare loro la differenza tra matrimonio e festeggiamenti di matrimonio… ed essi accettarono di sposarsi senza spendere un centesimo.

La gratuità dell’amore

“Questa coppia ha scelto di ricevere la parte più importante, ha compreso l’essenza del matrimonio e oggi è qui per ricevere il sigillo dello Spirito Santo. Quello è gratis: l’amore di Dio non costa nulla. Tutto il resto è di contorno, tutto il resto è tradizione…”, specificò il sacerdote durante l’omelia.

Quella celebrazione mi fece riflettere sullaconfusione che spesso c’è tra matrimonio e festa di matrimonio.

E mi interrogai su come eravamo potuti arrivare a quel punto.


Quando manca una linea che separa il fidanzamento dal matrimonio

Spesso, oggi, almeno nei Paesi Occidentali, si percepisce poco la differenza tra un “prima” e un “dopo” il matrimonio: si sceglie quasi sempre di cominciare la vita a due con una convivenza, di fatto si vive come marito e moglie, senza esserlo e spesso si persiste in quello stato senza cambiare le cose.

Come ha sottolineato giustamente il prof Hector Franceschi in una conferenza, di cui abbiamo fatto cenno nell’articolo Vale la pena sposarsi? La parola a Hector Franceschi, professore di diritto canonico matrimoniale , sempre meno ragazzi si accostano al matrimonio. Perché? Perché i giovani lo considerano superfluo.

Se non vi è più il proposito di vivere in castità il periodo che precede le nozze e di abitare in luoghi diversi fino a che non si è diventati marito e moglie, si abbatte la linea di confine tra due momenti distinti: quello della conoscenza (fidanzamento) e quello dell’appartenenza reciproca, definitiva (matrimonio).


E il matrimonio cos’è allora? A volte, solo una bella festa

Se si perde di vista l’essenza del matrimonio, il rischio è che il giorno delle nozze sia visto solo come un momento di festa, dopo il quale, sostanzialmente, non cambia nulla.

Ricordo ancora una conversazione che ebbi con una ragazza. Conviveva e stava pensando di sposarsi. Mi disse: “Mi piacerebbe sposarmi. Tanto, che differenza c’è se convivo o mi sposo? Se le cose vanno male, c’è il divorzio…”

Per lei, il matrimonio era solo una bella festa. Sposarsi non aggiungeva nulla e non toglieva nulla.

Sempre più sono anche le coppie che si accostano al matrimonio civile o religioso assieme ai loro figli, con una vita famigliare ormai avviata. Dopo le nozze, tutto torna come prima, solo che si porta un anello al dito. Ovviamente, questo non vale per tutti: ci sono coppie per cui convivenza e matrimonio sono due condizioni di vita diverse: la prima provvisoria, la seconda definitiva. Alcuni, dopo essersi sposati, avvertono che è cambiato qualcosa, che l’unione ha ricevuto un sigillo, che si è fatto un passo importante e la relazione è diventata più forte.

Torniamo, però, al pericolo di sposarsi solo per la festa, che cresce esponenzialmente.

Che ruolo possono avere i media?

I mezzi di comunicazione hanno qualche responsabilità, sono complici di questo fenomeno? La risposta è stata che di certo non aiutano a chiarire la differenza tra matrimonio e festa di matrimonio, anzi, a volte la accrescono. I programmi che parlano di nozze – di personaggi famosi, ma anche di persone comuni – spopolano in tv.

Ci sono canali dedicati quasi totalmente ai vari aspetti legati alla “preparazione di un matrimonio”. Purtroppo, però, si parla di tutto meno che del matrimonio in quanto tale, dell’impegno che ci si assume, delle
conseguenze di un giuramento che ha la pretesa di riecheggiare nell’eternità.

Possiamo trovare programmi dedicati alla scelta dell’abito perfetto, alla gestione del budget per fare una bella festa, programmi in cui si può vincere persino il viaggio di nozze… ma di amore si parla ben poco. Ci sono addirittura programmi che parlano di infedeltà, presentandola come una tentazione naturale e di poco conto, un piccolo incidente di percorso che in una vita di coppia può capitare. Sono programmi che non solo non parlano di amore, ma sono addirittura fuorvianti e di pessimo esempio.


Parlare davvero di matrimonio: una sfida per i produttori televisivi

Affrontare argomenti seri in tv non è facile: la televisione non è un mezzo che si presta alla riflessione. Spesso, chi la guarda vuole solo svagarsi. È anche vero, però, che un professionista che lavora in questo settore può porsi come obiettivo proprio quello di far pensare senza appesantire; di trattare argomenti seri, senza annoiare. Perché non provare a raccontare qualcosa sul matrimonio… sul serio, però?

Non si tratta di eliminare tutto ciò che arricchisce la festa, bensì di ricordare, mediante la narrazione di storie, aneddoti ecc., che ci sono cose essenziali e cose di contorno e che queste ultime, se non c’è più il matrimonio, non servono a nulla. Però, se volete, potete chiedervelo insieme a noi.

Un vero artista non resta in superficie

Cari produttori tv, se al pubblico offrite un’alternativa, se iniziate a proporre programmi che al centro abbiano l’amore che spinge due persone a giurarsi fedeltà eterna, molto probabilmente avrete seguito, perchè
arriverete al cuore di tante persone.

Certamente, è più difficile trovare e raccontare vere storie d’amore che mostrare gli abiti di un atelier, ma l’arte, quando è vera arte, riesce a rendere visibile l’invisibile, tangibile ciò che è immateriale. Un artista sa entrare nel mistero dell’amore, non resta solo in superficie.

Ed è questo che vi chiediamo: non di fare i moralisti, ma di proporci vera arte.

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