domenica, Novembre 24 2024

L’epidemia da Coronavirus, che ha colpito ormai da un anno il mondo intero, ha cambiato, in maniera più o meno significativa, la vita delle famiglie.

Ci siamo ritrovati tutti in casa, a condividere anche il tempo del lavoro e quello della scuola. E’ stato più bello, più brutto, più complicato?

Sicuramente non è facile rispondere a questa domanda.

Già a marzo 2020, quindi all’inizio dell’emergenza, la famosa rivista scientifica The Lancet parlava del rischio ‘di gravi implicazioni’ che la situazione di reclusione e isolamento in famiglia potesse avere soprattutto per quei nuclei familiari particolarmente ‘fragili’, che già si trovavano a vivere un disagio economico e sociale. L’invito, lanciato dalle pagine della rivista, era quello di ‘approfittare’ della situazione per costruire relazioni più forti e significativi con tutti i membri della famiglia, in particolare con i figli, bambini e adolescenti, trasformando le difficoltà in opportunità creative.

Moltissimi studi e ricerche, partiti pochi mesi dopo la diffusione del virus nel mondo e le conseguenti misure per contenere l’emergenza sanitaria, si sono soffermate sugli aspetti psicologici della pandemia.

Argomenti, di cui abbiamo parlato con gli amici, negli sfoghi alla fine della giornata, sono diventati protagonisti di vere e proprie indagini scientifiche: Genitori stressati, stanchi, preoccupati dalla perdita del lavoro, in ansia per il futuro della famiglia, stremati dallo smart working, dalla didattica a distanza, dai calzini sparsi per casa, i piatti da lavare, le camere da riordinare…Insomma, ci si è resi conto che qualcosa stava succedendo, e che andava monitorato per potere poi offrire tutto l’aiuto e il supporto necessario.

Burnout genitoriale in pandemia, il rischio c’è, e si vede

Genitori sull’orlo di una crisi di nervi, potrebbe suonare bene come titolo di una serie sulla vita familiare al tempo del Coronavirus. Gli esperti ci dicono che il rischio dietro l’angolo correlato all’emergenza sanitaria è proprio quello psicologico, e viene definito, appunto, burnout genitoriale: quella situazione in cui, proprio come sul lavoro, una persona arriva a un punto di massimo stresso e si sente come travolto dagli eventi, senza poterli più gestire. Ora, il burnout genitoriale in pandemia ha dei contorni ancora più evidenti e stando ai risultati degli studi, questo stress ha delle incidenze negative sulla vita dei bambini, sul benessere dei figli, in maniera ancora maggiore in questo periodo. Come facciamo in quanto genitori ad arginare lo stress cronico, o comunque  gestirne gli effetti, per evitare che danneggi i figli?

Meno stress dei genitori, più benessere e serenità per i figli, la conferma arriva dalla ricerca

Ad agosto 2020 sulla rivista Science è stata pubblicata una ricerca che analizzava proprio ‘Lo stress e la genitorialità durante pandemia Covid-19’. Dallo studio, condotto su genitori con bambini di età inferiore ai 18 anni negli Stati Uniti occidentali, è emerso che lo stress dei genitori spesso mette i bambini a rischio di abuso e abbandono e che, a causa del Covid-19, le famiglie di tutto il mondo stanno sperimentando una nuova gamma di fattori di tensione che minacciano la loro salute, sicurezza e benessere economico.

Spostandoci in Europa, vediamo che sono stati pubblicati a ottobre 2020 i dati di una indagine condotta in Italia da un gruppi di ricercatori di alcune università italiane, tra le quali la Sapienza di Roma, sul disagio psicologico vissuto da genitori e figli durante la pandemia. In particolare, lo studio ha evidenziato che i problemi psicologici dei genitori, dovuti alla situazione di quarantena e alle sue conseguenze, ha un chiaro effetto sul benessere del bambino. In estrema sintesi: genitori meno sereni hanno figli meno sereni. E’ stato in pratica riscontrato che nelle famiglie dove i genitori hanno un orientamento alla vita più positivo e ottimista e fiducia nelle proprie capacità genitoriali, i bambini si sentono incentivati a diventare più bravi dei loro genitori.

Riescono a gestire ed esprimere in modo regolato le proprie emozioni negative e a dimostrare una certa resilienza agli ostacoli. Sono quindi in grado di riprendersi nelle difficoltà e nelle situazioni avverse e hanno molte più probabilità di essere sereni, mostrando bassi livelli di tristezza e depressione.

Genitori e pandemia: tra sfide e opportunità, qualche consiglio

Genitori sull’orlo di una crisi di nervi, dicevamo, ma come facciamo a vivere la ‘storia’ magari anche come una sit-com, in ogni caso, a evitare che si traduca in un film dell’orrore?

Trasformando le sfide in opportunità, e non solo nel senso metaforico, ma proprio, pratico, reale.

E allora, ecco quattro consigli per orientarci meglio.

1. Consiglio numero uno:

Riconoscere lo stress per aggirarlo. Siamo meno reattivi e piùpro-attivi, come ci consiglia il famoso coach Peter Covy. In famiglia, parlare e comunicare apertamente le proprie emozioni con il coniuge, il partner, anche di tutte le responsabilità nei confronti dei figli, è molto importante per affrontare la situazione ed evitare l’isolamento, fisico ed emotivo. Come genitori, abbiamo avuto l’opportunità di trascorrere più tempo con i nostri figli, per conoscerli ancora meglio, se fosse possibile, e anche per farci conoscere. E comprendere, per esempio, che risulta poco efficace la sgridata per eccesso di smartphone al figlio adolescente, magari brandendo il proprio di cellulare, ecc. ecc.

2. Consiglio numero due:

Condivisione e reciprocità, perché, come abbiamo visto dalle ricerche, siamo i primi testimoni di resilienza e serenità, e lo siamo ancora di più in questo momento nel quale i nostri figli non hanno una grande possibilità di confrontarsi con altre figure esterne alla famiglia, intesa come nucleo essenziale.

3. Consiglio numero tre:

Proprio riferito alla sovraesposizione da connessione, potrebbe essere quello di una maggiore regolamentazione dei tempi, oltre ché di supervisione e accompagnamento nella navigazione soprattutto per i figli piccoli. E impegnarsi tutti, al netto degli ‘obblighi’ professionali, a rispettare queste regole, magari condividendo il feed sul dispositivo rispetto all’utilizzo di app, social e quant’altro. Ne potrebbe venir fuori una vera e propria challenge con tanto di vincitori e vinti, pegni e premi.

4. Consiglio numero quattro:, autoironia!

Approfittiamo per ridere, noi per primi, del fatto di essere un po’ maldestri, alle prese con le pulizie di casa, con la cena o il pranzo, o una semplice torta da preparare. Rispondere con un sorriso anche a una dimenticanza del figlio adolescente che, uscito per la spesa con tanto di lista, può avere dimenticato qualcosa preso, evidentemente, da altri pensieri. Trasmettere la gioia del cuore, che non significa non rendersi conto delle difficoltà, ma che significa, spesso, coltivare la pazienza e la speranza. Può essere questo, come le ricerche del resto confermano, un valido antidoto per resistere al virus e riuscire a superarlo più forti e consapevoli, oltreché dei nostri limiti, anche e soprattutto del desiderio e tentativo di volerci migliorare come persone e quindi come genitori, e di approfittare di qualunque situazione per farlo. Quindi come lasciarsi scappare l’opportunità di una pandemia?

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