giovedì, Novembre 21 2024

I moderni palinsesti di tv e radio o la continua e sempre aggiornata offerta del web, tanto per citare solo i media più diffusi, ci consentono ormai un’ampia possibilità di scelta di contenuti, a seconda dei gusti e delle esigenze personali, certamente maggiore rispetto ai decenni scorsi.

Ma a questa libertà di selezione e visione dei programmi, non corrisponde sempre un’adeguata qualità dei contenuti proposti dai media. Una delle domande più frequenti infatti che arrivano alla nostra redazione di Familyandmedia – da associazioni e forum di settore, ma anche da semplici utenti – è come incidere nel miglioramento della qualità o se dobbiamo per forza rassegnarci ad un ascolto passivo, inerte e a volte dannoso, soprattutto per bambini e adolescenti.

Per approfondire l’argomento e trovare delle risposte a questo interrogativo, abbiamo incontrato la Dott.ssa Gabriela Delgado, responsabile dello sviluppo e della comunicazione di A Favor de lo Mejor, un’associazione messicana che da anni lavora per migliorare la qualità dei contenuti dei mezzi di comunicazione in Messico, a beneficio delle famiglie, dei bambini e di tutta la società. Una testimonianza che siamo sicuri potrà fornire utili spunti e indicazioni anche per i lettori e le realtà presenti in altri Paesi.

Come nasce A favor de lo mejor e quali sono le finalità che vi proponete di raggiungere?

A Favor de lo Mejor, nasce come un movimento popolare di cittadini, dove rappresentanti di realtà sociali ed imprenditoriali hanno voluto dare il loro contributo per migliorare la qualità dei contenuti dei mezzi di comunicazione. L’obiettivo fondamentale è creare una relazione la più “amichevole” possibile tra mass media e società. Siamo convinti che sia fondamentale lavorare per fare in modo che dagli schermi delle nostre tv escano contenuti sempre positivi per il pubblico. Per positivi intendo lavori creativi, attraenti e soprattutto di alta qualità.

Ci parli delle vostre iniziative. Ad esempio, il concorso #DíaQUniversitario, un progetto che avete portato avanti con gli studenti di alcune università messicane, per stimolare la creatività e la sensibilità dei giovani.

Il Concorso #DíaQUniversitario ha come obiettivo quello di stimolare la creatività degli studenti di comunicazione di alcune università messicane e contemporaneamente dare loro dei riferimenti più completi per i loro lavori di comunicazione. L’ultima edizione del concorso ad esempio è stata concepita come una sorta di rally, dove esperti e professionisti del mondo della comunicazione e della pubblicità hanno presentato i loro casi di successo, dando preziosi suggerimenti su come sviluppare questo tipo di lavoro. Dopo queste testimonianze, gli studenti, suddivisi in squadre, hanno lavorato per 5 o 6 ore alla realizzazione di un video, attraverso il quale hanno potuto raccontare una loro storia.

In tal modo abbiamo potuto vedere cosa e come raccontano i prossimi professionisti della comunicazione e con gran sorpresa – ben oltre le nostre aspettative – abbiamo visto che la maggioranza delle storie sono positive e creative, senza contenuti violenti o volgari. Un lavoro lungo e complesso che possiamo riassumere in tre passi. Il primo passo è un compito propriamente da headhunters, per scovare i talenti, mentre il secondo passo è un compito tipicamente di coaching sui finalisti, perché crediamo che scommettere sulla formazione degli studenti meritevoli sia la base principale per stimolare il talento dei giovani. Come ultimo passo, c’e’ l’augurio e la speranza che questi giovani possano trovare lavoro all’interno dei media e contribuire a influire positivamente sui contenuti con il loro talento.

Il Senato della Repubblica del Messico vi ha convocato per ascoltare la voce delle associazioni dei telespettatori a proposito del progetto di legge di riforma delle telecomunicazioni. E’ solo un’operazione di immagine dei politici o c’è un reale interesse di dare voce al pubblico? A che punto è il dibattito parlamentare?

Confesso che anche noi ci siamo posti la stessa domanda. Dopo che il Presidente del Messico ha deciso un nuovo progetto di Riforma Costituzionale delle telecomunicazioni, ed è iniziata una discussione al Senato e alla Camera dei deputati, si sono volute ascoltare anche le opinioni di associazioni e di cittadini. A Favor de lo Mejor è stata una delle organizzazioni convocate. Quello che siamo riusciti a ottenere è stato che la voce della società messicana venisse ascoltata e che nella Riforma Costituzionale venisse inserita una sezione relativa a “I Diritti degli Utenti”,

Avvertiamo fortemente infatti l’esigenza che i cittadini vengano ascoltati, anche su tematiche di questo tipo che li riguardano direttamente. Abbiamo pertanto fatto sentire la nostra voce nelle sedi istituzionali opportune, trovando spesso – per nostra fortuna – disponibilità all’ ascolto e risposte positive. Speriamo che nella nuova legge emerga una cornice molto chiara all’interno della quale possano muoversi creativi e produttori, in modo tale che si vedano presto i cambiamenti necessari.

Parlare di televisione di qualità oggi e’ molto complicato. Quali devono essere le caratteristiche principali che un buon programma deve avere?

Si, vero, è molto complicato. E a dirla tutta, non ho trovato in realtà da nessuna parte una definizione precisa di qualità di un programma. Ho la sensazione che nessuno abbia il coraggio di pronunciarsi in merito, in mancanza di indicatori e paramentri che potrebbero aiutare alla definizione di uno standard di qualità. Ma proviamoci lo stesso. Per qualità possiamo intendere:

  1. La qualità di produzione è la qualità tecnica, dove si prendono in considerazione solo le migliori risorse possibili.
  2. La qualità dei messaggi si ha quando i contenuti compiono la funzione sociale dei media, contribuendo al rafforzamento di una migliore società, all’elevazione della cultura, allo sviluppo armonico dell’infanzia, a preservare le tradizioni e l’identità nazionale, e ad affermare i vincoli familiari, i principi e i valori universali e la dignità umana.
  3. La qualità di collocazione dei programmi consiste nella tipologia di inserimento all’interno di palinsesti televisivi e nella pertinenza degli orari con il pubblico di riferimento.
  4. Infine segnalo come quarto punto la considerazione dell’audiece di riferimento ed il rispetto verso gli spettatori.

Chi deve decidere in merito? Deve esserci sicuramente un consenso generale e diffuso. Il mezzo, tv o radio che sia, da solo non può decidere cosa sia o meno di qualità senza prendere in considerazione l’audience, le istituzioni e i pareri di esperti e associazioni, oltre che consultare altri ambiti come quelli accademici o imprenditoriali.

Il cyberbullismo e’ un fenomeno purtroppo in continuo aumento in ogni parte del mondo e ancora troppo sottovalutato, anche dal punto di vista legislativo. In che modo si può contrastare?

È vero, è un fenomeno molto preoccupante e purtroppo con cifre in continuo aumento. Credo che dovremmo riuscire a sensibilizzare maggiormente le autorità verso questo tema, con dati precisi alla mano. Questo renderebbe evidente la necessità di una legislazione più adeguata e attenta, con leggi che non prevedano solo punizioni o proibizioni, ma che al contrario contemplino anche politiche pubbliche o campagne di alfabetizzazione mediatica e digitale, per promuovere l’uso più responsabile ad esempio di Internet. Sono convinta che con un utente ben preparato e che sappia utilizzare al meglio gli strumenti tecnologici, potremmo avere meno casi di cyberbullismo. Oltre alle normative di protezione, la maggiore sfida è formare l’utente affinché indipendemente dalla punizione, la vigilanza o i filtri, non disturbi o rechi danno ad altri utenti. Credo inoltre che ci sia bisogno soprattutto, oltre che di una buona legislazione, anche di una stretta collaborazione con gli altri ambiti educativi e familiari.

Un’ultima domanda provocatoria. I videogiochi sono un buon regalo per i nostri figli?

A questa domanda potrei rispondere con un’altra domanda: è un buon regalo dare una mazza di baseball ad un bambino? Perché potrebbe ad esempio diventare un’ arma da utilizzare per atti di vandalismo o per minacciare gli amici. Quello che voglio dire con questo esempio è che il videogioco o la mazza, possono essere quello che l’utente vuole che sia. Il videogioco può essere un buon regalo se lo scelgo bene, se so di che cosa tratta, che contenuti ha, quale sia la sfida da superare, quale sia il tempo giusto per giocarci. Perché sebbene sia vero che in molti videogiochi troviamo esempi di violenza, criminalità, sessualità, è anche vero che troviamo giochi di destrezza, musicali, di strategia, che possono aiutare a formare e a sviluppare certe capacità, abilità motrici, socievolezza, creatività e a volte diventare perfino un pretesto per giocare tutti insieme in famiglia. Non possiamo dire che tutti i videogiochi sono uguali, per questo è importante informarsi prima di regalarne qualcuno.

Previous

Riviste sulla famiglia: l’esperienza di “NOI genitori &figli”

Next

Famiglia, genoma della società

Check Also