giovedì, Dicembre 26 2024

Quando vediamo l’ardore giovanile svilirsi in passatempi privi di divertimento, in attività che non edificano e in relazioni che consumano invece di arricchire, si corre il rischio di cadere nel pessimismo. “I giovani di oggi non valgono niente”, arriva a sentenziare qualcuno, arrendendosi al disfattismo.

Eppure, di ragazzi audaci, pieni di voglia di fare e pronti a donarsi agli altri, ce ne sono stati e ce ne sono tanti.

Alcuni esempi di giovani che hanno saputo trasformare la loro quotidianità in dei capolavori ce li presenta il libro

Diario della felicità. Storie di giovani in ricerca. Un viaggio al centro del cuore umano
(Casa Editrice Mimep Docete, prezzo 8 euro, scritto da suor Dolores Boitor e Cecilia Galatolo, laica, autrice di altri due libri di cui abbiamo parlato: Sei nato originale, non vivere da fotocopia e Non lo sapevo, ma ti stavo aspettando).

“Diario della felicità”: un libro che infonde speranza

Morti in tenera età, ma dopo aver vissuto al servizio degli altri la loro breve vita, questi ragazzi sono ora punti di riferimento per molti coetanei in diverse parti del mondo. Stiamo parlando dellabeata Chiara Luce Badano, delvenerabile Carlo Acutis, di Matteo Farina e Angelica Tiraboschi, tutti gioiosi testimoni di una felicità che non dipende dalle circostanze o da quello che si possiede, ma dallo stato di salute dell’anima.

Il libro propone 4 “diari di fantasia”, scritti però sulla base di fatti realmente accaduti, frasi veramente pronunciate, aneddoti simpatici o toccanti che li riguardano.

Accanto a ogni diario, la biografia di ciascuno. Ad accumunarli, l’aver accettato, umili e fiduciosi, seppur non senza fatiche, la malattia che li ha colpiti, vedendola come “transitoria” e capace di condurre verso la meta della vita senza fine. Mentre soffrivano nel corpo, le loro anime cantavano.

Dei ragazzi speciali e normali al tempo stesso

Eccezionali nella loro semplicità, i ragazzi di questo libro (per i quali è in atto o si sta pensando di aprire il processo di beatificazione e canonizzazione da parte della Chiesa Cattolica) mostrano che non è necessario arrivare in India o in Perù per “diventare da santi”: si può fare del bene anche negli ambienti di tutti i giorni.

I quattro ragazzi del libro hanno trovato il senso della vita nell’amare di vero cuore famigliari e amici, nel compiere opere di volontariato, nel condividere coi poveri le proprie cose, nell’ascoltare con attenzione chi si trovava vicino a loro.

Avevano capito che la missione di amare li attendeva esattamente nel luogo in cui si trovavano, con le persone che incontravano nel loro “qui ed ora”.

Giovani che ci incoraggiano a puntare in alto

Non sapendo come trovare la felicità, possiamo finire per riempire le giornate di cose che ci anestetizzino, che mettono a tacere quella fastidiosa voce interiore che ci dice: “Sei un capolavoro e devi fare cose belle per stare bene”. Ecco, allora, che queste storie pungono, hanno il potere di scuotere, di risvegliare una meravigliosa inquietudine, di farci chiedere se stiamo sprecando il nostro tempo. Chiara, Carlo, Angelica e Matteo ci invitano a compiere scelte coraggiose, autentiche, eroiche anche nelle occupazioni più apparentemente banali… ci mostrano che siamo al mondo per trasformare la realtà, anziché subirla. E che dobbiamo desiderare la felicità.

Il mondo necessita di testimoni più che di maestri, come sosteneva papa Paolo VI. Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica “letteralmente” cosa dobbiamo fare della nostra vita, ma piuttosto di qualcuno da imitare, da prendere come modello di “vita buona”.

Ecco perché, se siamo disfattisti, avviliti, crediamo poco nelle nostre qualità, amiamo poco la vita, questo brevissimo volumetto fa al caso nostro: lasciamoci contagiare dalla misteriosa “letizia” che questo normalissimi e straordinari ragazzi portavano con sé per provare ad imitarli e diffondere il bene intorno a noi…

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