giovedì, Novembre 7 2024

Lo confesso. Sono una affezionata cliente di Amazon, ma d’altronde chi non lo è? Basta poco: una carta di credito, un cellulare o un computer e poi un semplice click. E abbiamo il mondo direttamente in casa, senza dover perdere ore nei negozi, fare lunghe code, rischiando magari di non trovare quello che cerchiamo.

Come Amazon e gli altri colossi del web stanno cambiando il mondo

I giganti dell’e-commerce come Amazon, Alibaba, Ebay e non in ultimo anche Facebook che proprio di recente ha lanciato il suo marketplace, stanno rivoluzionato il mondo e le nostre abitudini di acquisto.

Il web ci presenta tutto in modo semplice, facile, comodo e conveniente, abituandoci sempre di più all’idea di essere unico e insostituibile. Ma è davvero tutto oro quel che luccica? Dietro tanta facilità e semplicazione della nostra vita, c’è forse un pegno che dovremmo pagare in futuro? La domanda, che forse dovremmo iniziare a farci, è come questi marketplace stanno realmente trasformando il mondo e noi stessi. E’ lecito chiedersi se esiste un lato oscuro di Amazon, Ebay, Alibaba e tutti gli altri che ci minaccia?

Appena qualche mese fa, Jack Ma, fondatore e Presidente proprio del colosso Alibaba, ha ufficialmente dichiarato in un suo discorso pubblico a una platea di imprenditori, che internet e l’intelligenza artificiale provocheranno sconvolgimenti sociali con conseguenze dolorose per il mondo nei prossimi 30 anni. Il diffondersi delle nuove tecnologie avrà un effetto dirompente sull’economia e sulla società minacciando tutti i vecchi settori industriali e i lavori tradizionali. Pensiamo solo ai robot che sostituiranno la quasi totalità del lavoro manufatturiero, cancellando di fatto in un solo colpo milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, con tragiche conseguenze per le loro famiglie.

La privacy: un diritto da difendere e tutelare

Ma se forse questo aspetto era già conosciuto e ampiamente previsto da anni, un altro che spesso sottovalutiamo è quello relativo alla nostra privacy. Amazon, Ebay, ma anche Google, Facebook e tutti gli altri colossi della new economy, basano il loro business sui nostri dati personali. Siamo davvero sicuri che è un bene far conoscere a Facebook i nostri gusti o che è davvero opportuno farci suggerire da Google in quale pizzeria andare o che strada dover prendere?

E’ stata la stessa Casa Bianca a lanciare qualche anno fa un forte allarme su questa questione dei Big Data, chiedendo maggiore protezione e trasparenza nella gestione delle informazioni personali degli utenti da parte di queste aziende. Il report della presidenza Obama, puntava il dito contro l’oceano di dati collezionati da aziende pubbliche e private che possono essere utilizzati impropriamente o addirittura per fini non leciti. Ci eravamo già occupati della questione in passato per capire se esiste un diritto dei cittadini a controllare i propri dati che circolano in rete, trovando notevoli diversità tra Europa e Stati Uniti.

Insomma, la questione di come sono utilizzati i nostri dati dai colossi del web è ancora tutta aperta e sarà fondamentale per tracciare la strada futura dei diritti umani.

Marketplace: un pericolo per i piccoli negozianti

Tornando ai nostri marketplace, spesso ci dimentichiamo che, preferendo l’ acquisto online a quello tradizionale “offline” non facciamo altro che rendere più potenti gruppi che hanno già potere e ricchezza incalcolabili (come appunto Amazon o Ebay) e rendere più poveri i piccoli rivenditori, i negozianti della piccola distrubuzione, dal libraio di fiducia all’alimentari sotto casa. Forse dovremmo imparare a bilanciare le nostre abitudini d’acquisto, ricordando che ci sono altri fattori fondamentali da considerare oltre il portafogli, la comodità e la rapidità.

Per il nostro prossimo acquisto, pensiamo al fatto che Amazon, negli ultimi anni, ha portato a termine diverse acquisizioni per ampliare la sua sfera di influenza, acquistando una posizione dominante sul mercato: una su tutte è stata l’acquisizione della sesta catena di supermercati degli Stati Uniti, Whole Foods Market.

Inoltre, come scrive il giornalista Robinson Mayer dell’Atlantic: “In passato le critiche ad Amazon si sono concentrate sulla funzionalità Marketplace, che permette ai piccoli negozi di vendere i loro prodotti su Amazon. Alcuni commercianti hanno accusato Amazon di usare in realtà Marketplace come un laboratorio: dopo aver raccolto i dati sui prodotti che vendono meglio, introduce sul mercato dei prodotti concorrenti che costano meno, e li mette in vendita sul suo sito.”

Insomma, i nostri acquisti equivalgono a scelte, scelte molto importanti. Cerchiamo di pensare anche a ciò che è più etico e più giusto, non solo a ciò che è più conveniente.

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