giovedì, Marzo 28 2024

Abbiamo notato che tra gli articoli più letti del 2020 ve n’è uno in cui
offriamo

10 consigli per comunicare bene in famiglia.

L’interesse dimostrato per quel pezzo potrebbe essere legato, in parte,
anche al periodo di restrizioni in cui ci troviamo da un anno a questa
parte:

abbiamo meno occasioni di socializzare o viaggiare, meno distrazioni e
diversivi, possiamo vederci poco con gli amici e così le mura
domestiche sono diventate il luogo principe delle nostre giornate

, lo spazio fisico e umano più abitato da tutti noi.

I “congiunti” sono diventati, per lunghi mesi, i nostri unici interlocutori
“fisici”: volenti o nolenti, siamo stati costretti a guardare in faccia la
realtà famigliare in cui ci troviamo e forse abbiamo dovuto

constatare che il clima di dialogo e di comunione… può migliorare
molto.

E allora cosa fare? Da dove cominciare?

Non pretendo di fare la psicologa (non mi compete) né tanto meno la supponente orientatrice familiare.

Vorrei solo tentare di offrire alcuni spunti di riflessione, che nascono
dall’osservatorio di Family and Media e dalla mia personale
esperienza.

1.
Forzarsi ad un sano distacco dalla tecnologia

Più volte su questo portale abbiamo parlato degli effetti negativi che la
tecnologia può avere in famiglia e nelle relazioni con gli altri in
generale.

Ad esempio,

vi abbiamo esposto i problemi che possono generarsi nei figli per il
fatto di avere dei genitori troppo presi dai loro smartphone.

Il nostro primo consiglio, se avete notato una mancanza di comunicazione in
famiglia, è quello di osservare e monitorare l’uso che fate degli schermi
(tablet, tv, cellulari), prendere consapevolezza del tempo reale che
trascorrete nel mondo virtuale (cronometrandovi anche, se serve!) e
forzarvi (perché, sì, probabilmente occorrerà uno sforzo per cambiare le
vostre abitudini) di ridurre il tempo che passate “in compagnia” della
tecnologia.

Se vogliamo riuscire, dobbiamo prendere questo impegno con la stessa
serietà di una dieta quando è davvero necessario perdere peso!

2.
Fare il primo passo se si vuole cambiare rotta

Se notiamo che manca dialogo, condivisione, armonia, voglia di parlare,
scherzare, soffrire assieme, non rassegniamoci allo stato attuale delle
cose (“Ormai è così, non posso farci nulla”): proviamo a innescare il cambiamento che vorremmo vedere.
In che modo vorreste che l’altro (marito/moglie, figlio/figlia,
fratello/sorella) si interessi a voi? Proviamo a guardare dalla prospettiva
dell’altro. Quando le cose hanno preso una brutta piega, ci può volere del
tempo per vedere miglioramenti (torniamo all’esempio di una dieta: ci vuole
tempo per vedere risultati importanti e duraturi), ma non rassegniamoci in
partenza. Occorre provare e soprattutto perseverare!


Tornando al discorso della tecnologia, per esempio, iniziamo noi per
primi a cambiare, e poi proviamo a coinvolgere anche gli altri,
offrendo alternative alla tecnologia.

Mentre scrivo, abbiamo appena concluso un’altra “giornata smartphone free”
nel mio focolare, iniziativa ideata da mio marito e accolta con entusiasmo
dalla sottoscritta, che sta dando molti frutti in famiglia (era domenica
pomeriggio e ci siamo ritrovati, coi nostri figli, a inscenare Cappuccetto Rosso per una quindicina di volte: sarebbe mai
successo se avessimo ceduto alla tentazione di rispondere alla noia con i
nostri smartphone?)

3.
Educarci alla gentilezza

Il modo in cui parliamo è molto importante nelle nostre relazioni. Spesso a
casa si sta poco attenti “alla forma” nelle conversazioni, non sempre si
usano toni garbati e gentili, talvolta ci si prende la libertà di
rispondere male o comunque in modo brusco. Nel lungo termine, questo logora
la comunione.

Proviamo a educarci alla gentilezza anche (perché no, soprattutto) in
famiglia, dove passiamo più tempo e dove, anche se non ci viene
spontaneo, siamo chiamati a dare il meglio e non il peggio di noi

.

Io stessa, una volta finito questo articolo, farei bene a stamparlo e
appenderlo sopra al letto, in cucina, in ogni stanza, per ricordarmi che i
miei cari meritano la parte migliore di me. E se non ci riesco? Se rispondo
male e mi innervosisco? Chiedo scusa e ricomincio daccapo. L’importante è non smettere mai di lavorare su sé stessi.

4.

Rispolverare o introdurre un linguaggio che manifesti cura

È molto importante per creare un clima di comunione

mostrare attenzione e preoccupazione per l’altro, porre domande che
rivelino interesse per lo stato d’animo dell’altro

: “Come stai? Come è andata la tua giornata? C’è qualcosa che ti fa stare
in pensiero? C’è qualcosa su cui posso aiutarti? Perché sei triste?…”.

Sembrano cose scontate, ma nel tran tran della ruotine… lo facciamo?

È importante anche evitare un livello superficiale nelle conversazioni. Non
bisogna avere paura di mostrare il lato più profondo di sé: l’altro magari
sarà portato a fare altrettanto.

5.

Creare momenti, tradizioni, abitudini solo vostre!

Sembra banale ma poter dire “a casa mia tutte le domeniche si mangia la
pizza” o “a casa mia tutti i giovedì c’è la serata cinema”, “a casa mia
tutte le domeniche c’è la tovaglia fiorata”, in realtà ci fa sentire parte
di qualcosa che è solo nostra, “solo della nostra famiglia”. Vi invito a
stimolare la fantasia, a trovare quel qualcosa che vi accumuna e che vi fa
stare bene insieme.

A casa mia, ad esempio, da circa un anno “tutte le sere si prende una
tisana rilassante, prima di andare a letto”. È un rito, che io e mio marito
aspettiamo con ansia durante la giornata (significa anche un momento tutto
per noi, dopo che i bimbi sono andati a dormire). Non date per scontate le piccole cose: cercatele!


Creare momenti, tradizioni, che spezzano e al tempo stesso
arricchiscono la routine

vi aiuterà senz’altro a recuperare l’armonia che ora vi sembra un po’
sbiadita.

E voi? Avete dei consigli per migliorare la comunicazione in famiglia?

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