giovedì, Dicembre 12 2024

Il 60% dei bambini con meno di due anni, utilizza lo smartphone dei propri genitori. Stiamo parlando dei nativi digitali ossia tutti quei bambini moderni, nati con la tecnologia in mano, che passano sempre più tempo incollati ai dispositivi elettronici. Ma è giusto lasciarli in balia degli schermi illuminati?

C’è chi sostiene la tecnologia, pochi, e chi invece la ritiene dannosa, i più. Ma è davvero così?

Bambini digital: i pro e i contro

Oggi esistono tablet dedicati ai bambini e pensati per contenere app con scopi educativi dedicati alle diverse fasce d’età.Con i dispositivi tecnologici, i più piccoli possono imparare le lingue straniere, fare esercizi di logica e dare libero sfogo alla fantasia e alla creatività.

E’ innegabile che iniziare fin da giovanissimi ad utilizzare i dispositivi tecnologici può permette di sviluppare al meglio delle capacità cognitive ma l’esposizione continua ad informazioni diversificate e stimolanti può ridurre in parte la capacità di concentrazione.

Anche gli specialisti, in primis sociologi e psicologi, interessati a questo fenomeno sociale, precisano che i vantaggi dell’utilizzo di dispositivi digitali per i bambini in modo attento e sorvegliato, sono maggiori rispetto ai rischi.

Il problema di fondo quindi è rappresentato non tanto dalla tecnologia ma dall’utilizzo e dall’approccio dei genitori che talvolta sfruttano la tecnologia solo per placare le richieste ed i capricci dei bambini.

Rapiti dai colori e dalle animazioni, infatti, i genitori possono dedicarsi alle proprie attività senza essere disturbati. Ma queste moderne babysitter comportano anche dei rischi per la salute dei bambini che aumentano con il passare degli anni come:

  • l’isolamento psicologico dei bambini;
  • l’affaticamento della vista dei bambini causato da un uso prolungato degli strumenti tecnologici.

L’utilizzo della tecnologia nei bambini: gli studi

Dall’indagine condotta dal Centro per la Salute del Bambino Onlus di Trieste in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri risulta che il 60% dei genitori permette ai propri figli di 2 anni di usare il proprio cellulare. Ma questo ingresso precoce della virtualità danneggia il processo di crescita dei bambini, che hanno bisogno di conoscere la realtà con tutti i cinque i sensi.

Insomma, se è vero che si parla di nativi digitali e che l’avanzare della tecnologia non può essere rallentata, è altrettanto vero che i bambini devono avere un corretto sviluppo psicofisico e l’utilizzo spasmodico di smartphone e tablet non li aiuta del tutto.

Le loro attività devono essere monitorate dai genitori, come sottolineato anche dalle linee guida dell’Accademia Americana di Pediatria.

Le linee guida dell’American Academy of Pediatrics (AAP) per l’utilizzo della tecnologia tra i più piccoli

  • I bambini di età inferiore ai 18 mesi non dovrebbero essere esposti agli schermi, a meno che non stiano video-chattando con parenti.
  • I genitori dei bambini di età compresa tra 18 mesi e 24 mesi dovrebbero guardare spettacoli educativi e applicazioni con i loro bambini. Ciò potrebbe migliorare la qualità dell’apprendimento dei bambini.
  • I bambini dai 2 ai 5 anni dovrebbero utilizzare i device tecnologici per un’ora al giorno. I genitori dovrebbero vigilare ed interagire con i bambini durante l’utilizzo dei dispositivi.
  • I bambini di età superiore ai 6 anni devono essere monitorati durante l’utilizzo di dispositivi elettronici. I genitori dovrebbero assicurarsi che il tempo dello schermo non influisca sul sonno dei bambini, o sulle loro attività sociali e fisiche.
  • Indipendentemente dall’età, i genitori devono stabilire orari e luoghi in casa designati come zone “prive di media”. Tutti i dispositivi elettronici, quindi, dovrebbero essere spenti o non utilizzati in queste aree.

Ovviamente, al di là delle linee guida, per i bambini è fondamentale avere un rapporto continuo con i propri genitori e con i pari, basato sul dialogo e non solo relegato alla tecnologia.

Un uso responsabile e guidato è la migliore opportunità e permetterà a questa generazione di vivere la modernità senza perdere di vista la vita reale e senza rinuanciare a nulla dell’infanzia, anche alle ginocchia sbucciate per rincorrere un pallone.

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