giovedì, Dicembre 12 2024

Se scriviamo su Google “condividere i problemi”, la maggior parte dei risultati riguarderanno link, Social Network, file…

Se scriviamo “portare gli uni i pesi degli altri”, verranno fuori diete, esercizi fisici, consigli per restare in forma.

Non vogliamo ora accendere una polemica sui criteri di indicizzazione di Google, ma solo provare a riflettere sul significato di una condivisione autentica, che vada oltre un profilo social, e sul fatto che i pesi che dobbiamo portare gli uni con gli altri non sono solo i chili di troppo.

Condividere e dividere le fatiche rendono il viaggio della vita meno faticoso.

Ecco perché vorremmo suggerirvi, care famiglie, di creare vere “reti sociali” con le famiglie vicine.

Le famiglie: delle comunità chiamate ad interagire

Di recente abbiamo pubblicato 10 consigli per comunicare meglio in famiglia piccoli accorgimenti per aiutarvi a comunicare meglio con le persone care…

Con questo articolo, vogliamo, però, proporvi un passaggio successivo: valorizzare la comunicazione tra famiglie.

Se nessuna persona nasce per essere un’isola, così nemmeno la famiglia può bastare a se stessa.

Pierpaolo Donati nel suo libro La famiglia, il genoma che fa vivere la società

(Rubbettino, 2013), definisce la famiglia un “nuovo soggetto sociale”: ciò significa che essa è chiamata ad integrarsi nella società, non a chiudersi in un suo mondo.

In particolare, ci piace pensare che le famiglie possano imparare a comunicare sempre meglio tra di loro per camminare insieme e superare momenti di prova.

Coltiviamo relazioni autentiche

Non bisogna abbandonarsi alla nostalgia e guardare al passato come se il presente fosse pieno di problemi, mentre “un tempo tutti erano felici e spensierati”. Nessuna epoca è stata esente da difficoltà.

Per quanto riguarda il nostro argomento, però, va detto che in passato le famiglie avevano più occasioni per “relazionarsi” fra di loro, e non solo nei Paesi. Le donne per lo più si occupavano dei figli, quindi – magari al parco o nelle caffettiere – si incontravano e condividevano i “loro” problemi (forse anche fin troppo, come si vede nella letteratura romantica del 800). Ora i ritmi stressanti di lavoro e i lungi tempi di spostamento in città non favoriscono questo… Tuttavia, non si può dare la colpa solo ai ritmi e agli orari difficili, perché spesso, anche nel fine settimana, invece di curare delle relazioni, si va nei centri commerciali, a “stordirsi” di sollecitazioni di consumo.

Sappiate accogliere, allora, l’invito di recuperare del tempo per le relazioni.

Un invito particolare alle donne: colonne portanti delle famiglie

In particolare questo invito è rivolto alle donne di famiglia, che, con il dono tutto femminile di saper curare i rapporti personali, hanno il potere di diffondere serenità e armonia tra le mura domestiche.

Una volta, sulla porta di una casa, vidi appeso un cartello con su scritto: “Se la mamma è felice, tutta la famiglia è felice”. Credo si tratti di una verità semplice e inconfutabile.

Le donne sanno tenere unite le persone e svolgono l’arduo lavoro di accudire e gestire i figli in modo preminente, almeno nei primi anni di vita in cui, senza dubbio, sono per loro la figura più rassicurante ed influente.

Non sempre, però, è facile vivere la propria condizione di moglie e madre.

Tanti sono i problemi sotto ai quali può sembrare di soccombere: conciliare la gestione della casa con altri impegni, la mancanza di riposo e di tempo per se stesse, la necessità di lavorare molte ore per far fronte alle varie spese, le continue richieste dei bimbi, i loro capricci e le difficoltà con la scuola, problemi economici, screzi col coniuge, invadenze delle famiglie d’origine…

Care donne, mogli e madri, condividete i vostri pesi, fate squadra tra di voi: vi farà bene e ne farà anche ai vostri mariti e figli…

L’unione fa la forza: non è solo un luogo comune…

La riservatezza è un valore prezioso, sarebbe sciocco sbandierare ai quattro venti i nostri problemi. Se però abbiamo accanto persone con cui vale la pena entrare in intimità, perché non rispondere sinceramente alla domanda: “Come va?”

Al panettiere possiamo continuare a rispondere: “Tutto bene, grazie”, ma a qualcuno, magari ad un’altra donna con un vissuto simile al vostro, forse, vale la pena dire la verità.

Ogni donna è diversa, ma crediamo ci siano dei campanelli di allarme da non sottovalutare, crediamo che ci siano dei momenti particolari in cui ogni mamma ha bisogno di un abbraccio o di una parola di conforto da parte di un’altra mamma.

Ad esempio? Quando vi sentite pessime madri (se pensate di esserlo, probabilmente non lo siete: avete preso sul serio il vostro compito e volete svolgerlo alla perfezione… confidate a qualcuno questo malessere per guardare le cose con lucidità), quando non riuscite più a sorridere (forse avete bisogno di chi vi aiuti a sdrammatizzare), quando essere sposate e avere figli non vi sembra poi così bello (può accadere, ovvio, anche se amate la vostra famiglia… quale condizione di vita è sempre piacevole?), quando credete che i momenti di crisi capitano solo a voi (spesso abbiamo questa sciocca convinzione: vedere che non è così ci aiuta a ridimensionare il nostro malumore)

Essere in confidenza con qualcuno che vive i miei stessi problemi mi è davvero di grande aiuto.

L’amicizia fa la differenza

Come dice C. S. Lewis, autore di famose opere letterarie, tra cui Le cronache di Narnia: «L’amicizia nasce quando una persona dice ad un’altra: “Come? Anche tu? Pensavo di essere l’unico!”».

Siamo nati per condividere il nostro cammino. Nessuno è adatto alla solitudine… e la solitudine si acuisce quanto più non si comunica “sul serio”.

Comunicare davvero, significa togliere le maschere, significa fidarsi di qualcuno al punto da mettersi a nudo e raccontare anche ciò di cui ci vergogniamo… scopriremo, allora, che le “ombre” non mancano neppure all’interno delle famiglie più belle e “luminose”… ma accorgersi del buio e cercare la luce insieme è molto più facile e fruttuoso che farlo da soli.

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