venerdì, Novembre 22 2024

Provate a prendere un autobus, a fare una fila alle poste o in banca. Vi sfido a trovare una sola persona che non tenga il telefono in mano. Magari per rispondere a dei messaggi, per leggere delle notizie, o semplicemente per scorrere le bacheche dei social. Mentre scrivo so che, tra quelle persone, probabilmente ci sarei anche io… e voi? Ma non si tratta semplicemente di riempire i tempi morti di un’attesa alle poste o sull’autobus. Si tratta purtroppo di una vera e propria patologia che ha un nome ben preciso: Nomofobia.

Nomofobia: se viviamo con il cellulare costantemente in mano

La Nomofobia (abbreviazione della frase no-mobile phobia) è la parola che descrive la sindrome da disconnessione, ossia l’ansia e il timore di non avere il telefono cellulare a portata di mano. Si accompagna a questo la sensazione di panico che coglie all’idea di non essere rintracciabili, la necessità di un costante aggiornamento sulle informazioni condivise dagli altri e la consultazione del telefono in ogni momento e in ogni luogo. Si tratta purtroppo di una vera e propria Sindrome, ben riconoscibile da alcuni sintomi:

  • perdita di tempo durante il giorno con il proprio cellulare;
  • avere sempre fisicamente vicino il proprio cellulare;
  • essere dipendente dai social media;
  • essere sempre distratti;
  • soffrire di insonnia;
  • non poter fare a meno di controllare il proprio cellulare ogni 5 minuti;
  • scrivere continuamente con il proprio cellulare.

Chi soffre di Nomofobia, ha il timore ossessivo di non essere raggiungibile via cellulare. Se lo si perde, manca la linea o la batteria, si può arrivare addirittura –nei casi gravi- ad avere veri e propri attacchi di panico, con vertigini, tachicardia e mancanza di respiro.

Come fare per non vivere col telefonino incorporato e gustare la
vita reale?

Per guarire dalla Nomofobia, al pari di ogni dipendenza, può essere utile affrontare un percorso di disintossicazione: si può cominciare da semplici regole di buon senso, come spegnere il telefono durante la notte, guardare un intero film senza controllare le notifiche dei social o pranzare lasciando il cellulare nella borsa.

«Non si tratta di disintossicarsi dalla tecnologia, ma di imparare ad usarla», sostiene il sociologo Francesco Mattioli, professore di scienze sociali all’Università di Roma La Sapienza. “Saperla governare senza diventarne schiavi. La società odierna mescola spesso questi due ingredienti creando degli zombie incontinenti. È necessario che l’interazione diretta, più complessa e difficile da gestire, non sia progressivamente sostituita da quella indiretta, che richiede minor impegno”.

Ecco allora dieci consigli degli esperti per superare la Nomofobia:

1. Dedicarsi all’attività fisica, per recuperare il contatto reale con ciò da cui si è circondati e separarsi dal mondo virtuale.

2. Resistere…all’istinto di controllare in modo ossessivo il cellulare.

3. Alzare la testa e lo sguardo, osservando persone e situazioni senza filtri.

4. Sfruttare tutti e 5 i sensi, nei vari modi possibili.

5. “Go offline”, ovvero spegnere il telefono. E occuparsi degli amici, della famiglia, del lavoro. Di qualunque cosa sia di interesse.

6. “Old but gold”: Ricorrere all’uso di strumenti tradizionali per liberare mani e testa dalla tecnologia, che si tratti di un orologio da polso o di una sveglia per sapere che ora sia, ad esempio.

7. Incontrarsi. Quindi, conoscere e frequentare gli altri di persona, in modo diretto.

8. Inserire ostacoli all’uso veloce dello smartphone, ad esempio installando un codice di sicurezza per l’accesso o eliminando le applicazioni che maggiormente stimolano la dipendenza.

9. Utilizzare il “batch processing”, concentrando in un unico momento più attività da svolgere con il cellulare, in modo da avere poi più tempo da dedicare ad altro.

10. Tenere le mani impegnate… con un libro, un gelato, una penna.

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