lunedì, Novembre 25 2024

Negli ultimi anni l’industria cinematografica ha visto nascere un nuovo protagonista: Netflix. La piattaforma targata USA, nata inizialmente come moderno Block buster per affittare dvd, è in prima linea oggi nella produzione di serie tv e film.

Ecco in breve la sua storia. La società fondata nel 1997 da Reed Hastings, ingegnere informatico laureato a Stanford, a Los Gatos, in California, come servizio per il noleggio di DVD, VHS e videogiochi tramite posta. Il suo fondatore ebbe l’idea geniale di dare la possibilità di scegliere i prodotti in formula telematica e in abbonamento e con questa nuova formula Netflix esplose. Nel 2005 Netflix spediva un milione di DVD al giorno; nel 2009 aveva un catalogo di ormai 100.000 titoli solo su DVD e superato i 10 milioni di abbonati.

Nel febbraio 2007 Netflix decide di dare una svolta al noleggio di film creando una piattaforma per lo streaming video con la stessa modalità. Si impone così sul mercato internazionale e nel 2016 addirittura raddoppia il numero dei suoi abbonati.

Netflix impone una rivoluzione culturale e da mero distributore diviene anche produttore di serie tv, prima tra tutte House ff Cards (2011), la prima produzione originale Netflix, venduta in tutto il mondo e vincitrice di diversi Golden Globe. In soli tre anni, Netflix sbarca in Europa e conquista il pubblico per la semplicità di fruizione e utilizzo della piattaforma.

Netflix: ecco tutti i segreti del suo successo

Ma quali sono gli ingredienti del successo di Netflix? Serie tv sfornate a volontà e capacità di creare dipendenza pura, puntata per puntata, tra i suoi abbonati, anche a scapito della qualità dei contenuti offerti. La serie Tredici ne è stato l’esempio lampante. Fenomeno mondiale, una storia se vogliamo anche banale, ambientata in un college americano e che prende spunto dal disagio adolescenziale. Stereotipi e bullismo si fanno largo nella trama ed una altissima probabilità di riconoscersi nei personaggi: adolescenti come tanti che ogni giorno sono vittime del bullismo, ovunque.

Una storia che prende spunto dalla realtà senza neanche grandi stravolgimenti e senza molta fantasia né colpi di scena, anche se la costruzione della trama fa sì che lo spettatore si incuriosisca a tal punto da poter arrivare a vedere tutta l’intera serie senza mai staccargli gli occhi di dosso.

La disponibilità della puntata successiva innesca un meccanismo simile a quello della dipendenza e lo spettatore si immerge, nell’intimità della propria casa, all’interno della storia usufruendone pienamente fino alla fine. Un “prodotto” che assorbe la piena attenzione e che diventa compagno di nottate intere per poter completare la storia. Il fenomeno del Binge Watching non è altro che il consumo spasmodico delle puntate, senza possibilità di arrestare la curiosità dello spettatore e, come la tela di Penelope, è potenzialmente infinita, poichè a quella puntata ne seguirà un’altra e poi un’altra ancora e se ciò non dovesse bastare, arriverà la seconda serie, poi la terza e così via.

Serie tv e valori

Negli anni l’offerta di Netflix si è arrichita di contenuti sempre più elaborati e studiati per essere guardati il più a lungo possibile e per coinvolgere un pubblico sempre più vario e ampio che comprenda diverse fasce d’età.

L’offerta di Netflix è in grado di raccogliere il consenso e le istanze dei propri abbonati e rendere loro ciò che più li aggrada. Ma in realtà quali sono i messaggi alla base delle famose serie tv prodotte da Netflix e quali impatti possono avere sui più giovani?

Serie come quella sul narcotrafficante Pablo Escobar di Narcos o i fatti di malaffari e la corruzione legati a Roma di Suburra sono più o meno fruibili per un pubblico di minori, rispetto a Tredici? Quale di tipologia di controllo può essere adottata al fine di “proteggere” i minori da contenuti violenti o non adeguati? E come arginare il fenomeno di emulazione che queste serie, in qualche modo, contribuiscono ad innescare?

La semplicità di accesso a tali format e a tali storie è difficilmente controllabile. I più giovani sono quindi maggiormente esposti alla visione di format dalla trama violenta, senza una mediazione da parte degli adulti. Il vero problema è che gli adolescenti potrebbero non cogliere le sfumature tra le finzioni sceniche e i fatti reali, rischiando così di emulare il “cattivo” e di ridicolizzare il personaggio/soggetto positivo.

Non dimentichiamo che tra le innovazioni di Netflix c’è la condivione dell’abbonamento, che altro non è che una forma di condivisione anche dei contenuti e delle loro storie: un abbonamento, infatti, permette la visione fino a quattro schede contemporaneamente e non è necessario che il titolare dell’abbonamento sia maggiorenne.

Il problema, quindi, è il confronto nel gruppo dei pari, in età anche critiche come quella adolescenziale, senza l’intermediazione adulta: una costruzione della realtà che potrebbe essere totalmente distorta.

Tuttavia la scelta nel catalogo Netflix è talmente ampia da non poter essere legata solo ai contenuti negativi e violenti di alcune serie su centinaia di titoli.

Serie come Glow, ambientata negli anni 80, descrive le vicissitudini di Ruth, attrice senza futuro coinvolta nella realizzazione di uno show televisivo bizzarro affiancata da personaggi fuori dagli schemi o Le amiche di mamma che racconta la storia di una di D.J., vedova che si ritrova a crescere i tre figli con l’aiuto della sorella Stefanie e della migliore amica Kimmy e vivere nella stessa casa i relativi figli, sono portatrici di valori quali la determinazione, la solidarietà e la famiglia.

Anche la quantità di docu-serie e i film storici altamente fruibili, la cui qualità ha determinato il successo della piattaforma. Netflix riesce davvero a mettere d’accordo tutti.

Le serie di successo e di qualità di Netflix

Se è vero che alcune serie veicolano valori discutibili, è anche vero che il pubblico di Netflix è molto esigente e vasto. Netflix mette d’accordo davvero tutti, anche cinefili e appassionati di storia con serie come The Crown. Una serie appassionante che racconta la vita della regina britannica, raccontandone il lato umano, i presunti tradimenti del principe Filippo. Un racconto storico e appassionante che parte da quel famoso “sì” sull’altare dell’abbazia di Westminster, nel 1947 e arriva ai giorni nostri. Il successo è dovuto al racconto degli intrighi, delle strategie e delle lotte di potere all’interno della monarchia ma soprattutto la capacità di aprire uno spaccato di vita Reale.

A breve arriverà anche la terza stagione di La casa de papel o La casa di carta. Una serie che racconta il colpo grosso di un gruppo di rapinatori: l’assalto alla sede della Zecca a Madrid per stampare oltre due miliardi di euro in biglietti da 50. Una serie che porta sugli schermi una vera e propria rivolta popolare: i protagonisti, infatti, si appropriano dei mezzi di produzione del capitalismo. Nella serie si cita la rivolta popolare de la Puerta del Sol a Madrid, nel 2011, quando nacque il movimento degli Indignados che contestavano l’austerità economica seguita alla crisi scatenata dalla caduta di Lehman Brothers. Piena di colpi di scena, paradossali e persino poco credibili, ma che riesce nonostante tutto ad essere avvincente e sarà difficile staccarsi dalla visione. Unica nel suo genere, è una serie che stupisce proprio per questo e nonostante si possa paragonare ad altro o citare generi e film americani o spagnoli, ha tutte le carte in tavola per essere una serie da vedere.

E visto che Netflix è davvero per tutti, come non parlare di Stranger Things, uno dei maggiori successi più recenti? Fantascienza ed horror si intrecciano per dar vita ad una storia ambientata negli anni 80. Tutto inizia quando un bambino scompare in circostanze misteriose e, allo stesso tempo, arriva una strana ragazzina con poteri telecinetici.

Ben presto si scopre infatti che è fuggita da un laboratorio segreto, dove il suo stesso padre conduceva esperimenti su di lei per via delle sue capacità. Episodi molto strani continuano ad accadere nella serie tv di Netflix, come la comparsa di mostri senza volto, per culminare con la sparizione di un’altra ragazza.

Ad indagare 4 ragazzi e ne verranno coinvolti altri due e lo sceriffo Jim Hopper. Suspense, colpi di scena, azione e fiato sospeso sono assicurati e gli amanti del sovrannaturale non rimarranno delusi.

Netflix e le critiche: banalizza il male

La critica più forte mossa a Netflix è proprio quella di banalizzare il male, di non trattare gli argomenti più delicati con il dovuto rispetto e spesso in maniera superficiale.

La piattaforma di streaming si è trovata più volte al centro di critiche ed in molti hanno giudicato alcune delle serie disponibili su Netflix colpevoli di diffondere messaggi dannosi per i teenager.

A Insatiable è stato infatti rimproverato di promuovere fat-shaming letteralmente “vergogna del grasso”, mentre alla serie 13 Reason Why si dà la colpa di minimizzare il bullismo e l’autolesionismo ed anche la serie tv italiana Baby si è ritrovata nell’occhio del ciclone per lo stesso motivo, in quanto accusata di favorire e banalizzare la prostituzione minorile. La serie, prendendo sputo dai fatti di cronaca del 2013, porta in scena le baby squillo del quartiere Parioli di Roma.

La serie è stata subito accusata di trattare un argomento delicato in maniera superficiale. Gli autori, dal canto loro, hanno ribadito più volte che il tema della serie non è lo sfruttamento sessuale, ma la difficile adolescenza dei personaggi coinvolti.

Netflix non si propone come modello educativo, ma veicola messaggi, spesso negativi o distorti della realtà, che fanno cultura di massa. Il problema di fondo è che, come recentemente dichiarato dal capo dei contenuti, Ted Sarandos “Noi osserviamo come e quanto il pubblico guarda un dato prodotto. E’ l’amore verso quest’ultimo a determinarne il successo. A prescindere dal fatto che i critici lo capiscano o meno, stiamo comunque parlando di un gruppo di social media influencer che parla ad una ristretta nicchia, ad un pubblico selezionato, che ha poco a che vedere con quello generalista di tutto il mondo.”

Dimmi cosa vuoi e ti darò la serie per te, sembra recitare. Appiattimento culturale? Incapacità di discernimento? Appagamento, nonostante tutto? Questo è il grande rischio. Stiamo crescendo un’intera generazione che non sa bene come ci si possa creare un’idea di vita, perchè attende che qualcuno gliela confezioni sotto gli occhi. E’ allora opportuno saper guardare le serie tv con occhi critici, senza farsi prendere dalla bramosia della curiosità e cadere prigionieri del coming up next, dell’aspettativa per la puntata del giorno dopo. Il nostro rapporto con le serie tv deve essere libero, equilibrato e di buon senso, senza dipendenze. Solo così potremmo rimanere veramente liberi, senza subire un colonialismo culturale dettato dall’agende dei media.

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