venerdì, Novembre 22 2024

Riley è una bambina che trascorre la sua infanzia serenamente, nel Minnesota, dove vive con i suoi genitori. Ha tanti amici, delle abitudini che ama e si sta formando la sua personalità.

Quando la ragazzina ha 11 anni accade, però, qualcosa di imprevisto, che ostacola la sua felicità: per via del lavoro del padre, tutta la famiglia è costretta a trasferirsi a san Francisco.

Riley deve cambiare casa e scuola, separarsi dagli amici e dai posti cui è legata, adattarsi ad un nuovo ambiente e tutto ciò compromette fortemente il suo equilibrio. Ha inizio, quindi, dentro di lei una “lotta” tra le diverse emozioni.

È così che comincia la storia di Inside Out, film di animazione della Walt Disney Pixar, del 2015, diretto da Pete Docter, regista anche di altri successi della Pixar, come “Gli incredibili”.

Il film, che sta avendo un grande successo, è frutto della fantasia dei suoi autori ma anche di studi accurati sulla natura delle emozioni e sul loro modo di agire. Protagoniste della storia sono, appunto, proprio le emozioni: Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia, Disgusto.

Non deve stupire il grande interesse che il film ha suscitato e sta suscitando. L’ambito delle passioni e delle emozioni da sempre affascina, incuriosisce, spaventa l’essere umano, che avverte, talvolta, un senso di impotenza di fronte a quelle che possono apparire delle forze incontrollabili.

Il misterioso mondo delle passioni ha meritato, nei secoli, l’attenzione di
filosofi, poeti, uomini di scienza.

Basti pensare che già nell’antica Grecia grandi filosofi come Aristotele o grandi scrittori di teatro come Eschilo, Sofocle, Euripide si interrogavano su di esse e sulle loro conseguenze.

Inside Out, quindi, affronta un argomento complesso e “antico”, quanto è complesso e “antico” l’essere umano stesso.

Lo fa, tuttavia, in modo originale e accattivante: le emozioni, infatti, vengono qui presentate sotto forma di personaggi animati, ciascuna con la sua importanza e la sua funzione.

È interessante vedere come in questo film esse dialogano e discutono, litigano e si impongono le une sulle altre.

I “dissidi” principali, nella storia raccontata, sono tra Gioia e Tristezza. Gioia vorrebbe infatti nascondere le sofferenze di Riley, impedire che la ragazzina e chi le sta intorno si accorgano di esse.

Con l’intento di proteggerla, Gioia vorrebbe allontanare forzatamente la tristezza dalla sua vita.

Nel tentativo di “espellere” la tristezza, però, anche Gioia viene catapultata via insieme a lei, come a significare che esse non possono sussistere l’una senza l’ombra dell’altra.

La bambina, privata sia della gioia che della tristezza, resta in balia della rabbia, del disgusto, della paura, con conseguenze catastrofiche non difficili da immaginare.

Nel frattempo, è in atto il “cammino di ritorno” di Gioia e Tristezza, un cammino travagliato, a tratti divertente a tratti toccante, ma necessario perché la bambina possa tornare a stare bene. Il film sembra dirci infatti che la crescita, la maturazione, l’equilibrio di una persona dipendono in qualche misura anche dalla capacità di elaborare anziché seppellire il dolore: se la rabbia, il disgusto, la paura, infatti, conducono Riley alla rivendicazione e alla fuga, assumere il proprio dolore, invece, accettare la tristezza, la porterà a farsi piccola, a tornare indietro, a chiedere conforto, aiuto ai suoi genitori e a recuperare la gioia.

Bella, a questo proposito, l’immagine della famiglia che il film ci propone: una famiglia che, seppur con le sue immancabili fragilità, le sue problematiche e i suoi momenti di smarrimento, sa ricavarsi degli spazi di condivisione e dialogo. Sa costruire e valorizzare la relazionalità, sa impegnarsi per affrontare le difficoltà.

È una famiglia che sa ridere e piangere restando unita; che si perde, sì, ma sa anche ritrovarsi proprio nei momenti di solitudine e sconforto.

Il film mostra l’inutilità di una ostinata chiusura in se stessi e promuove invece i valori della solidarietà e del confronto.

Film originalissimo, adatto ad un pubblico di piccoli e grandi, Inside Out offre, quindi, tanto divertimento ma anche numerosi spunti di riflessione, soprattutto in una società che invita ad affrontare la vita basandosi solo sulle proprie forze e tenta di nascondere la sofferenza perché non sa riconoscere il suo valore.

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