venerdì, Novembre 22 2024

Lo scorso mese di Giugno, presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma), è stata discussa una tesi di licenza dal titolo L’educazione degli adolescenti all’uso consapevole dei mezzi digitali, realizzata dalla ricercatrice ucraina Alla Kovalenko. Ne presentiamo qui alcune delle tesi principali senza il corredo dei dati statistici che le supportano, spesso offerte sul nostro portale con occasione di altre ricerche di taglio più empirico, anche per non appesantire l’esposizione.

L’espansione globale diInternet e l’uso sempre più comune dei mezzi digitali anche da parte dei bambini e adolescenti sono stati i “motori” della ricerca. La particolarità principale dell’era digitale, al centro dell’interesse di questo studio, è l’accessibilità smisurata a contenuti di vario genere, che a sua volta implica la necessità di una maggior attenzione alla loro qualità, e quindi lo studio sia degli effetti dei nuovi mezzi sia della costituzione di regole per un uso corretto della Rete.

La ricerca si è focalizzata principalmente sui giovani (bambini e adolescenti), che hanno al giorno d’oggi le stesse possibilità degli adulti di accesso ad informazioni di vario tipo. Proprio per questo è di rigore la domanda su come proteggere i futuri membri della società dai contenuti poco adatti – e a volte pericolosi – alla crescita personale. Lo studio si discosta criticamente da una visione negativa, molto presente in alcuni autori studiati, che giustamente denunciano alcune strategie di marketing e di comunicazione usate nell’ambito digitale, ed esplora invece le potenzialità sconfinate di Internet che stano segnando il contesto educativo attuale. Internet, ricorda l’autrice alla stregua di altri ricercatori di ambito pedagogico e sociale, può diventare un mezzo vantaggioso per la formazione. Semplicemente perché la stessa causa che può generare un impatto negativo della tecnologia, è e deve essere ancora di più la causa del beneficio: proprio la persona umana, origine e destinatario di ogni processo educativo. La crescita umana e sociale della persona è il fine dell’educazione. Se si è veramente consapevoli di questo, e non solo a livello di principi, Internet può diventare un alleato.

Partendo dunque dagli studi realizzati sull’impatto positivo e negativo d’Internet e dei mezzi correlati, Kovalenko cerca di sintetizzare le idee che combinano le migliori potenzialità della Rete con il benessere della persona umana. La ricerca arriva alla conclusione che Internet ha un considerevole impatto positivo sulla vita e sulla formazione della persona umana. Basti pensare alla semplificazione e flessibilità della comunicazione, all’accessibilità ai contenuti di vario tipo, all’espressione creativa, all’economia del tempo e del denaro, ecc. Qui però bisogna notare l’altro lato della medaglia: l’attuazione delle implicazioni positive fortemente dipende dalla ragionevolezza dell’uso. Così sono stati individuati due criteri principali per l’uso consapevole dei mezzi digitali: qualità di tempo e qualità di contenuti, perché gli effetti negativi spesso sono provocati proprio dall’uso sproporzionato dei mezzi digitali dal punto di vista temporale o da una fruizione di contenuti che impoveriscono o danneggiano la persona. Per questo, sostiene la ricercatrice, è estremamente necessario che ogni utente stabilisca delle regole nell’uso del tempo personale e faccia proprie connaturali criteri di analisi di contenuti in Internet.

La particolarità della vita nell’era digitale consiste nel fatto che le persone sono sempre collegate ad Internet attraverso gli smartphone e i tablet. La maggior parte delle popolazioni del mondo ormai, servendosi di questi strumenti, ha un accesso facilitato e istantaneo alle notifiche delle reti sociali, alle chat con gli amici, all’e-mail e ad altre applicazioni. In tale contesto il tempo personale non è più scandito dalle regole e dagli usi sociali di una volta e occorre quindi una disciplina che non è “mutuata” dal contesto sociale, deve essere una autodisciplina appunto. Altrimenti Internet diventa facilmente causa di distrazioni, di mancata attenzione alle persone che ci sono intorno e alle attività che richiedono una attenzione esclusiva, come il lavoro professionale.

Nella ricerca non si è tralasciato uno dei temi più discussi negli ultimi anni come i giochi digitali e il loro impatto. Ci sono studi particolari sull’effetto formativo positivo dei giochi istruttivi, i cosiddetti “giochi buoni”. I genitori devono essere consapevoli del fatto che anche questo tipo di divertimento provoca facilmente dipendenza e genera un certo disinteresse nella comunicazione e nella relazione con altre persone. Sarebbe sbagliato non considerare che il mondo on-line è strettamente legato alla vita fisica e ha un grande influsso in essa per il fatto che la persona umana è una totalità che agisce, spesso contemporaneamente, on-line e off-line.

Nel suo lavoro l’autrice ribadisce una conclusione che potrebbe sembrare scontata o legata a principi valoriali assunti per partito preso, ma che è avvallata dalle ricerche empiriche realizzate nel campo della comunicazione, della psicologia e della sociologia: Il ruolo dei genitori rimane fondamentale anche e soprattutto nell’era digitale, perché la famiglia è il luogo principale e primario della socializzazione e dell’educazione, dove si acquisiscono le virtù e si impara a relazionarsi con gli altri. Di fronte alle sfide riportate dai nuovi mezzi di comunicazione, la solidità e centralità della famiglia emergono come una necessità sempre maggiore. Si tratta dell’impegno continuo dei genitori nel dedicare tempo e qualità al rapporto (attenzione, presenza piena ma non in parallelo con strumenti elettronici come gli smartphone) con i propri figli, costruendo rapporti di gerarchia educativa. È necessaria l’autorevolezza dei genitori per la formazione profonda dei figli, che riguarda la condotta non solo nella vita fisica, ma anche in quella on-line. Senza l’esempio il “messaggio” dei padri sarà percepito dai figli come un altro spam.

Questa ricerca sugli effetti e sulle possibili modalità di educazione dei giovani all’uso consapevole diinternet mostra che, nell’ambito educativo, esistono non soltanto le sfide “provocate” dalla logica del mondo digitale ma anche quelle che rispondono a cause più profonde. Gli effetti negativi dell’uso dei mezzi digitali sono molto legati alla rinuncia dei genitori di essere veri e propri educatori, formatori dei figli nell’era digitale. A questo proposto lo studio svolto propone alcune linee di azione e di riflessione per i genitori:

a) visto che l’ambito on-line è il più popolare tra i giovani (le reti sociali), i genitori devono conoscerlo bene (le regole della privacy, la loro logica). Se è possibile, devono essere utenti professionali in prima persona e consapevoli delle potenzialità dei social networks. Non si tratta di controllare i figli, ma piuttosto di imparare per poter insegnare loro attraverso il proprio esempio;

b) è possibile trovare piattaforme ed applicazioni formative e di svago da proporre ai propri figli. Così si evita la visione fatalista e, attraverso una visione critica, si cerca di utilizzare Internet come un mezzo in più per la formazione;

c) le ricerche mostrano che Internet è diventato il luogo principale della vita sociale dei giovani e l’unico spazio d’interazione. Le conseguenza di questo tipo di atteggiamento sono varie, come la dipendenza, la chiusura verso gli altri, la poca autonomia o la mancata fiducia in se stessi. Si potrebbe evitare tale impatto con la presenza non invasiva ma partecipativa e con l’interesse vivo dei genitori per la vita dei figli.

Riassumendo le tesi principali di questo studio, si potrebbe dire che nell’era digitale, oltre alla presenza nella vita dei figli, è necessario che i genitori possiedano conoscenze sulla Rete e che ne facciano un uso virtuoso e competente. Così, avendo le capacità dell’uso e della valutazione critica dei contenuti, conoscendo bene la logica del web, i genitori possono accompagnare i figli nella navigazione, promuovere lo studio di Internet e introdurli alle varie applicazioni con criterio. La famiglia diventa in qualche modo un team di persone, dove avviene l’educazione alle virtù e la promozione reciproca allo sviluppo umano, intellettuale e morale.

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