sabato, Novembre 23 2024

Esiste una connessione tra violenza sulle donne e pornografia?

Le pagine web pornografiche sono purtroppo tra le più cercate e visitate. A farne il consumo maggiore sono gli uomini, molti dei quali consumano “pornografia dura”.

Che cosa si intende con questa espressione? Stiamo parlando di contenuti audiovisivi in cui, durante un rapporto, si mostra una donna che “soffre”, fisicamente ed emotivamente. In questa visione perversa, si presenta la donna persino in “ricerca della sofferenza”, contenta di essere maltrattata.

Alcuni esperti spiegano che vi è una correlazione tra il consumo di questo materiale deviato e degli atti di violenza compiuti sulle donne.

La “pornografia dura” e il legame con la violenza di genere

Secondo la NZZ am Sonntag, di cui si parla nell’articolo “Svizzera. La pornografia dura aumenta il rischio di violenza sulle donne”, che a sostegno della sua tesi cita diversi esperti tra psicologi e psicoterapeuti e inchieste rappresentative, una percentuale considerevole dei fruitori di porno consuma pornografia “dura”, ossia con scene di violenza.

Secondo il settimanale svizzero, che cita il sessuologo Martin Bachmann, la maggior parte degli uomini che fa uso del porno non presenta problemi rilevanti, nella sua vita sociale. Tuttavia, sempre più persone si rivolgono a lui per una consulenza: vi sono infatti individui che sognano oppure mettono in pratica ciò che vedono sullo schermo.

In pericolo anche gli adolescenti

Il settimanale cita anche Andreas Hill, direttore di una clinica psichiatrica di Zurigo, il quale si avvale di uno studio svolto in Svezia per spiegare che il 10,5% dei diciottenni consuma giornalmente pornografia. Di loro, più della metà ha ammesso di aver riprodotto nella realtà ciò che ha visto. E non solo: addirittura un quarto di questi giovani ha commesso abusi di carattere sessuale.

Lo specialista, lungi dal voler trarre conclusioni affrettate e forvianti, dichiara che il consumo di pornografia è solo uno dei fattori – fra tanti – che favoriscono simili comportamenti. La violenza di genere, infatti, può essere riproposta per imitazione, magari perché si è vista in casa, o per altri motivi personali.

Tuttavia, è bene segnalare che “il consumo regolare di pornografia può generare un effetto di assuefazione che abbassa l’asticella del tollerabile: una parte di uomini finisce col consumare pornografia dura oppure vietata” e questo può avere conseguenze allarmanti sulla loro psiche e sui gesti che compiono.

La psicologa americana Ana Bridges fa notare come su 50 tra i film pornografici più visti, quasi il 90% delle pellicole ha all’interno scene di violenza. Dei personaggi vengono addirittura legati oppure strangolati. Nel 70% dei casi sono gli uomini i protagonisti di tali atti.

Più si guarda pornografia, più si compromette il proprio matrimonio

Più volte è intervenuto sul tema della pornografia lo psicologo dello sviluppo Thomas Lickona, avvertendo sui numerosi rischi che può comportare farne uso. A suo avviso, “oltre a separare il sesso dall’amore, presenta un ritratto molto deformato, quasi disumano, delle relazioni sessuali. Non mostra comportamenti sani, come la conversazione amorevole, i baci e i gesti di affetto. Nella pornografia, tutto è deviato e distorto”.

È molto facile, inoltre, a suo avviso, che si diventi dei veri e propri schiavi: “La continua stimolazione di dopamina nel cervello, tramite materiale pornografico, provoca uno stato mentale alterato di totale dipendenza, simile a quello dei drogati”.

Chi si abitua alla pornografia, inoltre, finisce per vivere in un “mondo a parte”, distaccato dalla realtà. Diviene incapace di cogliere la bellezza di avere una persona a fianco, con cui crescere e maturare; con cui vivere una relazione sana e profonda. La pornografia, infatti, pungola l’utente di continuo, offrendogli davanti “partner sempre nuovi”. Il consumo massiccio di pornografia è, dunque, associato ad una vita intima di coppia pressoché inesistente.

“Il contatto con la persona amata, abituale e privo di continue novità, può rilasciare stimoli neuro-chimici nettamente inferiori, con il risultato di farcelo apparire come se fosse un piatto freddo”. L’assuefazione da materiale pornografico contribuisce, infine, a creare nella mente dei fruitori un’immagine negativa del matrimonio, poiché “provoca una gratificazione sessuale impersonale ed egocentrica”, che “spinge verso relazioni libere e senza legami, piuttosto che verso una relazione di amore, di dono di sé e di impegno, con l’assunzione di doveri e di responsabilità”.

Per Lickona, “contrarre matrimonio ed essere genitori sono due dei più grandi impegni che possiamo assumere nella nostra vita; la pornografia invece proietta nei giovani una visione diversa e del tutto opposta, indebolendo i valori basati sull’amore, la responsabilità e il sacrificio che il matrimonio e la crescita di figli richiedono”.

Come guarire?

Se alcuni sono in grado di liberarsi da soli dalla dipendenza, altri, invece, hanno bisogno dell’aiuto di un terapeuta. Va poi ricordato che esistono dei veri e propri programmi di recupero, come la Sexaholics Anonymous e la Sex Addicts Anonymous, basati su 12 step graduali, presi dal percorso degli Alcolisti Anonimi, che hanno aiutato molte persone.

Le risorse, per venirne fuori, non mancano. Occorre solo mettersi in cammino e sapere che lo sforzo di vivere in modo virtuoso, nella purezza, è una ricerca che riguarda tutta la vita, ma il primo passo è volerlo iniziare veramente.

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