martedì, Dicembre 3 2024

Sin dalle prime scene di Red (Turning Red) appare evidente che dietro alla trama del film vi sia una sensibilità squisitamente femminile e, infatti, questo è il primo lavoro della Pixar diretto da una donna. La regista della pellicola, uscita nel 2022 (e ora visibile sulla piattaforma Disney+) è, infatti, Domee Shi, americana, di origini sino-canadesi.

Shi ha già collaborato, in passato, come sceneggiatrice in diversi film d’animazione (Inside Out, Gli Incredibili 2, Toy Story 4).

Red: una storia di adolescenza e di crescita

Al centro della storia di Red vi sono le tipiche problematiche adolescenziali viste dall’ottica di una tredicenne, con un focus particolare sul rapporto con i genitori in quella delicata fase della vita in cui una bambina diventa una ragazza.

Protagonista è, infatti, Mei Lee; ha circa tredici anni e vive in Canada con la sua famiglia. Studiosa e diligente, ama trascorrere il tempo con le sue migliori amiche e, come gran parte delle sue coetanee, ha una band musicale del cuore, composta da cinque musicisti: i 4*Town.

La vita di Mei scorre in modo piuttosto tranquillo, può godere la spensieratezza tipica della sua età, soprattutto grazie all’amicizia, che qui è mostrata nei suoi tratti più belli (complicità, fiducia, accoglienza, sincerità, affetto).

Tuttavia, vi sono situazioni che turbano la protagonista.

In primis, si trova a vivere tanti cambiamenti tutti insieme: cambiamenti fisici, cambiamenti nell’ambito dei sentimenti, cambiamenti nelle relazioni famigliari.

Mei spesso si sente letteralmente travolta da un turbinio di emozioni che fatica a gestire, al punto che, nei momenti di grande ansia, rabbia o agitazione si trasforma – dovunque si trovi – in un gigante panda rosso.

I genitori non restano particolarmente sorpresi da questo evento: il padre Jin e la madre Ming, infatti, sanno che si tratta di una sorta di stigma che colpisce la loro famiglia da generazioni.

Al di là dell’espediente narrativo, tuttavia, la trasformazione è indubbiamente una metafora: sta a simboleggiare gli scatti d’ira, le crisi di pianto, le urla fuori controllo che gli adolescenti buttano fuori nei loro momenti peggiori, spesso scatenati da fattori apparentemente poco rilevanti, almeno dal punto di vista dell’adulto, che considera “altri” i problemi “veri”.

Il rapporto madre e figlia durante l’adolescenza

A dar origine a questa trasformazione in Mei è, soprattutto, la mamma, dalla quale si sente poco capita.

Si sa che il rapporto madre-figlia si complica molto, in adolescenza. E la famiglia di Mei non fa eccezione in questo.

Fin da bambina, la nostra protagonista è sempre stata buona ed obbediente verso genitori, ma ora qualcosa sta cambiando, soprattutto nella relazione con la mamma, che Mei percepisce come rigida, poco comprensiva, invadente, inopportuna.

Perché questa trasformazione, che mette in difficoltà la vita di tutta la famiglia, possa cessare, Mei e la madre dovranno fare un passo verso l’altra, per ritrovarsi in modo nuovo.

Come non è bene che Mei si isoli, racconti bugie, eviti il confronto con la madre, non è bene neppure che la mamma la controlli e la comandi come una bambina, o, peggio, come un burattino, senza lasciarle libertà di pensiero e di scelta.

Red: cosa ci lascia questo film?

Il film mette a nudo tante difficoltà che, sia i ragazzini, sia i genitori, si trovano ad affrontare in certi passaggi cruciali della crescita di un figlio e mostra come, per recuperare serenità, occorra mettersi tutti in discussione, anche a costo di fare qualche doloroso passo indietro.

Una storia che si consiglia ai ragazzi nell’età della preadolescenza e dell’adolescenza, per riflettere sui loro stati d’animo e su come gestirli, ma anche ai genitori, per comprendere in quale modo rapportarsi con loro, restando presenti, ma senza mai vivere al posto dei figli.

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