venerdì, Novembre 22 2024

Non c’è dubbio che uomini e donne che hanno relazioni omosessuali possano sentire il desiderio di avere figli. La sofferenza di chi si trova in una situazione simile e deve rinunciare al “sogno” della genitorialità merita di essere ascoltata e compresa.

Tuttavia, i loro desideri non possono essere l’unico parametro per decidere se sia giusto o meno concedere la custodia e la tutela di un bambino a una coppia di donne o di uomini. In gioco non c’è solo la felicità di due adulti, ma anche i diritti dei minori che meritano un’attenzione particolare soprattutto perché non possono decidere da soli.

Il 26 gennaio il Senato italiano ha iniziato la discussione sulle unioni civili sulla base del testo del decreto legge “Cirinnà” (dal nome del deputato del partito che ha firmato la proposta, il PD). Il dibattito pubblico sulle “adozioni gay” è già in pieno svolgimento.

Ci chiediamo: i diritti dei bambini saranno al centro del dibattito parlamentare, l’antropologia, la psichiatria, la psicologia e la sociologia saranno prese in considerazione prima di prendere decisioni, o i parlamentari si lasceranno “vilipendere” dalla pressione mediatica, e considereranno se la paternità e la maternità esistono come modalità specifiche e complementari di genitorialità, e se il bambino ha bisogno di entrambe le figure per crescere bene?

Dovrebbe essere ovvio che la questione va affrontata e analizzata da tutti i punti di vista, ma c’è il rischio di lasciarsi trasportare dalle emozioni.

Viviamo in un’epoca che idolatra la scienza, eppure è incredibile come la scienza possa essere messa da parte in nome di un’altra “divinità”: la libertà. Secondo una concezione tipicamente moderna, infatti, è “giusto” tutto ciò che la libertà individuale vuole e tutto ciò che il soggetto considera buono dentro di sé. Bisogna però partire dal presupposto che una legge non riguarda solo la sfera privata e personale e quindi non può essere un fatto privato: la sua validità, infatti, non si estende solo a chi sente o pensa in un certo modo, ma a tutta la società, senza eccezioni.

I dubbi della scienza e l’opinione dei bambini

Quando appare la notizia di due omosessuali che hanno adottato un bambino, il fatto viene spesso presentato come una conquista, un segno di civiltà, un gesto di apertura. Tuttavia, dietro un’opinione pubblicata che sembra compatta e favorevole, rimangono i dubbi di psichiatri, psicoanalisti, psicologi e pediatri che sostengono la stessa cosa, così come molte persone comuni: un bambino ha bisogno di una madre e di un padre. A questo proposito, è utile leggere un articolo pubblicato su Documentazione.info “Adozioni a coppie gay: tutti i ragionevoli dubbi della scienza”. dove vengono presentati dati e ricerche sull’argomento).

Qualche tempo fa abbiamo pubblicato sul nostro sito una lettera-testimonianza di una persona che ha vissuto con genitori dello stesso sesso. In precedenza abbiamo anche pubblicato una recensione del libro di Dawn Stefanowicz, Out of the Darkness. La mia vita con un padre gay. Si tratta di un racconto carico di sofferenza di un lungo e turbolento processo di guarigione interiore – umana, psicologica e spirituale – dopo i traumi di esperienze disregolate, ricatti emotivi e sentimenti contrastanti. L’autrice ha impiegato anni di maturazione – e l’amore del suo attuale coniuge e dei suoi tre figli – per comprendere, assorbire e perdonare il male che ha subito e per salvare il bene che i suoi genitori le hanno dato. Come chiarisce il libro, i legami fondanti, sebbene feriti, non sono annullati. Certo, in nessuna famiglia questi legami fondamentali sono garantiti a priori, ma vogliamo davvero ingannarci e sacrificare il bene dei figli sull’altare di un’idea cieca? L’ideologia non tiene conto della realtà; la verità e la misericordia, invece, si misurano in termini concreti, senza autoinganni individuali o collettivi. Questa legge, la legge Cirinnà, non è buona e, se approvata, farà molti danni.

Per farsi un’opinione su di essa, è necessario ascoltare i diretti interessati: coloro che hanno avuto davvero due mamme o due papà, e non solo in un opuscolo pubblicitario o ideologico o in un film.

Previous

Breaking Bad: l'innocenza perduta dell'antieroe

Next

Entrevista a José María Corominas, Presidente del Instituto Europeo de Estudios de la Educación (IEEE)

Check Also