sabato, Novembre 23 2024

Oltre il 40% dei giovani italiani tra i 12 e i 17 anni invia o riceve, attraverso internet, messaggi, immagini o video con espliciti riferimenti sessuali all’insaputa dei genitori.

Save the Children ha recentemente pubblicato un rapporto redatto dall’agenzia IPSOS in vista del Safer Internet Day Study edizione 2015. L’obiettivo era quello di misurare i livelli di conoscenza dell’ambiente digitale tra gli adolescenti italiani.

L’indagine, condotta su un campione rappresentativo di giovani italiani tra i 12 e i 17 anni, ha rivelato che la stragrande maggioranza di essi è collegata ai principali social network, che utilizza per tenersi in contatto con amici e conoscenti.

Attraverso questi social network, uno dei comportamenti più comuni scoperti è quello di inviare (44%) e ricevere (40%) messaggi di natura sessuale. Un altro comportamento ricorrente, anche se relativamente meno comune, è quello di inviare a un adulto video o immagini che ritraggono se stessi in modo “sconveniente ”m(20%), a volte in cambio di regali (19%).

Contemporaneamente è diminuita la percezione del pericolo, sia online che offline. I più preoccupati per i possibili rischi (bullismo e molestie) sono i ragazzi tra i 12 e i 13 anni (70% rispetto al 64% intervistato). Le ragazze, invece, si sentono generalmente più minacciate da molestie o aggressioni da parte di adulti (42% rispetto al 36% totale).

Inoltre, il 23% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di non pensare molto ai contenuti che pubblica nelle chat con gli sconosciuti. Altri casi comuni tra i giovani sono stati: incontrare di persona qualcuno che avevano conosciuto online (il 33% ha ammesso di averlo fatto, scoprendo poi che una volta su dieci la persona incontrata non era quella che si fingeva di essere), inviare informazioni personali in conversazioni di gruppo con membri sconosciuti (33%), inviare messaggi, video e immagini con riferimenti sessuali espliciti (19%).

Quanti genitori controllano l’attività online dei propri figli? Sono consapevoli dei rischi che si presentano online? I dati sull’argomento sono al momento scarsi, ma da una ricerca europea rilanciata dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) è emerso che solo il 15% dei genitori italiani con figli che hanno sperimentato il sexting (la pratica di scambiarsi messaggi con riferimenti sessuali espliciti) ne è consapevole. Nel resto d’Europa la situazione varia: Francia (20%), Inghilterra, Olanda (25%) e Spagna (29%).

Riprodotto, per gentile concessione, da Documentazione.info

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