Scegliere un film 2015, Edizioni San Paolo, Milano (prezzo 19.50 €, 278 pagine).
Non bisogna essere particolarmente esperti o appassionati di cinema per constatare che sono davvero molti i film che ogni anno ci vengono presentati nelle sale cinematografiche. E tanto più è vasta l’offerta, tanto più, si sa, è difficile la scelta.
Può venire quindi da chiedersi: come si fa a scegliere un film? Quali film sono davvero di qualità e quali, invece, pur senza essere di valore, hanno successo perché supportati da un lavoro pubblicitario sistematico?
È per rispondere a queste domande che è nato il progetto di una serie di volumi di recensioni cinematografiche, inaugurato nel 2004: “Scegliere un film”, a cura di Armando Fumagalli - Ordinario di Semiotica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Master universitario di I livello in Scrittura e produzione per la fiction e il cinema- e Raffaele Chiarulli - dottore di ricerca in Culture della comunicazione presso la stessa Università di Milano-, in collaborazione numerosi esperti e critici del settore. La collana mantiene la sua identità e funzione nonostante il cambio di casa editrice, questo ultimo coi tipi della editrice San Paolo.
Nel libro si trovano le recensioni dei principali film che hanno occupato le sale cinematografiche nell’ultimo anno.
Assieme al titolo, al regista, ai nomi degli attori principali e alla trama, i recensori offrono delle chiavi di lettura per valutare il film dal punto di vista narrativo e antropologico. Delineano gli aspetti problematici legati alla visione del film e indicano il tipo di pubblico per cui quel film è adatto (adulti, ragazzi, bambini, tutti…)
Gli autori delle recensioni pongono anche delle stelline (da 1 a 5) per indicare, in modo immediato, qual è il valore del film.
De gustibus disputandibus, si suole dire quando si parla di opere di creazione artistica, raggiunta o presunta. Proprio perciò il gusto si può condividere, orientare e anche educare.
Alcuni potrebbero pensare, infatti, che non esistano dei criteri condivisibili per catalogare i film “di qualità” o che, anche se esistessero, i gusti personali potrebbero influenzare le critiche. Ognuno ha una propria sensibilità, un proprio carattere, una propria storia.
È chiaro che un film, in quanto opera d’arte, interpella ciascuno col suo bagaglio interiore, unico e irripetibile: è naturale che in certa misura entri in gioco la soggettività. Ed è chiaro che ciò che afferma chi fa una recensione non è “legge” né si basa su necessità matematiche. È vero anche, tuttavia, che in ogni ambito esistono dei parametri pressoché “oggettivi” per distinguere i prodotti di qualità da quelli meramente commerciali, che sono frutto di mode passeggere.
Gli autori delle recensioni in questione hanno messo in una certa misura da parte i gusti personali. Ciò che accomuna loro, accanto alla professionalità e all’esperienza nell’ambito dei media (acquisite in qualità di sceneggiatori, story editors, ricercatori nel campo), è la loro visione antropologica cristiana dell’uomo.
Senza togliere importanza al giudizio personale, Scegliere un film potrebbe quindi presentarsi come un contributo particolarmente interessante e utile per quanti volessero “affidarsi” a un “team di esperti” nel settore dell’industria cinematografica e della serialità televisiva per decidere con maggior cognizione di causa a quali pellicole dedicare il proprio tempo e a quali, invece, non prestare particolare attenzione.
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